Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«C'è sempre un altro Bach da scoprire»

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2016

Sinfonica Viktoria Mullova a Cagliari


 

 

L a perfezione di architetture armoniche senza tempo in una delle sue più riuscite interpretazioni. La lettura di alcune tra le più celebri pagine bachiane per violino solo ad opera della violinista di origine russa Viktoria Mullova. Questi gli ingredienti del prossimo appuntamento con la Stagione concertistica 2016 del Teatro Lirico di Cagliari, questa sera, alle 20.30.
In programma, di Johann Sebastian Bach, la Partita n. 3 in Mi maggiore per violino BWV 1006, la Sonata n. 2 in la minore per violino BWV 1003 e la Partita n. 2 in re minore per violino BWV 1004. Un rincorrersi di voci e linee armoniche indipendenti che impongono al violino una funzione musicale completa, in un percorso che va dalla sorta di moto perpetuo della Partita n. 3 ad un indiscusso monumento della polifonia, la Ciaccona della Partita n. 2.
Ma anche, per l'artista, un significativo traguardo nel personale viaggio attraverso la musica. D'altronde «ascoltare Viktoria Mullova nelle Sonate e Partite per violino solo di Bach è semplicemente una delle più grandi esperienze che possiate vivere»: ad affermarlo è il noto critico musicale Tim Ashley sul quotidiano britannico The Guardian. Una delle più grandi violiniste al mondo, si mostra riservata e schiva, cortese e semplice come i grandi sanno essere.
La sua prima volta in Sardegna?
«No, torno con gioia al Lirico. E quanti ricordi di vacanze a Villasimius!».
La sua interpretazione di Bach?
«È cambiata molto negli ultimi venti anni. Ha seguito la mia evoluzione personale e musicale, tanto da diventare ogni volta una nuova scoperta, ogni volta un altro Bach».
Che violino suona?
«Un Giovan Battista Guadagnini montato con corde in budello».
Tanti oggi i talentuosi violinisti sulla scena: suggerimenti per chi intraprende questa carriera?
«La carriera violinistica è difficile. Occorre studiare e avere grande passione. Ma non mi sento di dare suggerimenti».
Luisa Sclocchis