Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il museo Betile e il Master plan: le grandi illusioni

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2016


Due progetti delle archi-star

 

«Per Sant'Elia, già dai primi anni del 2000, c'è stata un'attenzione particolare, tutti ricordano il progetto del Betile dell'anglo-irachena Zaha Hadid (deceduta di recente, ndr ) e il “master plan” di Rem Koolhaas, due grandi architetti internazionali. Sembrava che per il borgo fosse iniziata la fase della rinascita. Invece non si è fatto nulla. Un peccato». Ester Cois, sociologa e ricercatrice dell'Università, il borgo marino cagliaritano lo ha studiato per anni. Conosce la genesi del quartiere e dei suoi palazzoni, gli obiettivi stabiliti dalle pianificazioni (puntualmente disattesi) e lo stigma impresso ai residenti e all'intera zona, definiti, con beceri luoghi comuni, rispettivamente delinquenti e invivibile. È evidente quanto i pregiudizi siano condizionanti per le persone. Tuttora, purtroppo, i giovani di Sant'Elia continuano a confrontarsi, e a scontrarsi, con una realtà dura a morire. Nei colloqui di lavoro, spesso, è stato sufficiente comunicare la via di residenza per essere immediatamente esclusi. «Eppure i progressi negli ultimi anni ci sono stati e si vedono. Basterebbe il “Lazzaretto” e la sua funzione aggregante per spiegare l'impegno profuso per uscire dall'isolamento». Che nel quartiere sembra soprattutto fisico, con le strade a tracciare una netta linea di demarcazione. «Di recente, qualcosa è stato anche fatto e le cose stanno piano piano migliorando ma resta ancora molto lavoro». Probabilmente, se gli amministratori comunali visitassero Sant'Elia e parlassero con gli abitanti anche dopo le campagne elettorali, si potrebbero vedere risultati diversi. ( v. f. )