Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Anni di liti, ora l'ultimo stadio

Fonte: L'Unione Sarda
6 aprile 2016

A confronto le regole concordate per realizzare i nuovi impianti in città, a Torino e Udine

 

 

Dore: «Facciamo i conti». La società: «L'affare conviene a tutti» «Che fretta c'era?». È una maledetta primavera per Giovanni Dore, avvocato e consigliere comunale eletto nelle liste dell'Idv e, ora, esponente di Sardegna pulita. Non lo convince, tutta questa solerzia nell'approvazione del progetto per lo stadio, anche sulla base di una tabella da lui elaborata (la riproduciamo qui sotto, tal quale) per calcolare costi e benefici per Comune e Cagliari calcio rispetto agli impianti di Torino e Udine.
Il prezzo è giusto? «Io non lo so», premette Dore, «il problema è che non lo sa nessuno: perché non è stata richiesta una valutazione a tecnici contabili? Quanto renderebbe il Sant'Elia così com'è, quanto renderà il nuovo stadio? Nessuno lo sa». Aggiunge Dore: «Magari, sulla base delle valutazioni contabili, poi risulterebbe che per il Comune è conveniente demolire il Sant'Elia e consentire la realizzazione del nuovo stadio sulla base di questi parametri, ma adesso come facciamo a saperlo? Le attività commerciali frutteranno certamente di più rispetto agli incassi raggranellati grazie agli eventi sportivi, quindi è un affare le cui convenienze di ciascuno devono essere calcolate». Poi la stoccata: «Perché il diritto di superficie per gli stadi di Torino e Udine è superiore ai venti milioni di euro l'anno, mentre a Cagliari e gratis?», polemizza Dore.
È il Cagliari stesso, a replicare. Precisa che gli altri due stadi sono privati perché è stato concesso solo il diritto di superficie, mentre quello di Cagliari è in project financing : scaduta la concessione, dopo cinquant'anni, lo stadio sarà proprietà del Comune, che oltretutto avrà propri spazi nell'impianto. Secondo la società, non deve stupire che il progetto vada in Aula a due mesi dalle elezioni: «La proposta per la realizzazione è stata presentata il 2 dicembre 2015, indipendentemente dal ciclo elettorale».
A Udine tutte le attività commerciali devono essere connesse alle attività sportive, a Cagliari no. Secondo la società di Giulini, «la destinazione commerciale di una parte dell'intervento è necessaria per raggiungere l'equilibrio economico-finanziario e la legge lo consente. Certo, occorre una variante al Puc».
Il resto è vita, anzi, è voto. In Consiglio comunale.
Luigi Almiento