Colle conteso. Cordone di ambientalisti cinge la necropoli punica nella manifestazione di Legambiente
Nastro attorno all'area del progetto Coimpresa. «I patrimoni come questo sono rari»
Ennio Neri cagliari@ilsardegnablu.it ¦
«Giù le mani da Tuvixeddu ». Più di mille persone hanno cinto ieri il colle della necropoli punica con un nastro da cantiere. Ambientalisti, studenti, società civile: una domenica mattina trascorsa tra via Bainsizza e viale Sant’Avendrace per chiedere la salvaguardia del colle di Tuvixeddu e la realizzazione di un parco paesaggistico-archeologico.
CHI PENSAVA che la mobilitazione pro Tuvixeddu si fosse esaurita dopo il ko di Soru alle elezioni si sbagliava. I tribunali danno ragione colpo su colpo a Nuove Iniziative Coimpresa. L’ultima possibilità resta ora il ricorso al Consiglio di Stato degli Amici della Terra: gli ambientalisti contestano l’assenza del via libera della Sovrintendenza ai Beni paesaggistici all'accordo di programma del 2000. E la manifestazione organizzata da Italia Nostra Sardegna, Legambiente Sardegna, Social Forum Cagliari, gli studenti universitari e il Wwf Sardegna, è stata un successo. Legambiente, dopo un tam tam sui giornali e su Facebook, ha dato appuntamento alle 10 sulla sommità di via Bainsizza. Dopo una breve introduzione il nastro si snoda fino a via Is Maglias. «I cittadini hanno accolto l’appello - annuncia il leader regionale di Legambiente Vincenzo Tiana - il nostro obiettivo è quello di porre all’ordine del giorno della nuova Giunta regionale la realizzazione di un grande parco ambientalistico e archeologico. I nostri valori non possono essere demandati ai tribunali». Tiana ha invitato il presidente della Regione Ugo Cappellacci ad una passeggiata sul colle. Ieri c'era anche il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. «La querelle Tuvixeddu è arrivata a livello nazionale dopo l’interrogazione di Fabio Granata al ministro Bondi e alla Prestigiacomo - ricorda - Il sito che ha un valore simbolico perché di polmoni verdi nelle città ne son rimasti davvero pochi. E quella di Tuvixeddu a Cagliari è una ricchezza rara e unica. Ma oggi rimango colpito dalla quantità di persone che vivono con grande attaccamento le questioni legate all’identità». Famiglie, cittadini in bici e studenti coi cartelli. Tra di loro anche tanti politici. C’è la parlamentare Pd Amalia Schirru e il vicepresidente della commissione regionale Diritti civili Radhouan Ben Amara. Poi consiglieri comunali, provinciali e regionali. Col nastro in mano c’è chi prova a fare qualcosa.
«LA CITTADINANZA è presente », sottolinea l’ex assessore regionale alla Cultura Maria Antonietta Mongiu, «invitiamo la giunta a chiudere la trattativa con Coimpresa ad assoggettare una delle più grandi unità paesaggistiche d’Europa alla visione della nostra città secondo il Codice Urbani. Se il presidente Cappellacci vuole, tutto questo si può fare». «Riprenderemo in mano la questione - annuncia Massimo Zedda, vicepresidente della commissione regionale Cultura - Cerchiamo di raggiungere l’accordo portato avanti da Soru: una compensazione all’impresa con aree alternative per l’edificazione». «Le logiche di sviluppo non possono distruggere la nostra storia», chiosa la consigliera regionale Rossomori Claudia Zuncheddu. Andrea Scano (Pd), se la prende col sindaco Emilio Floris per essersi schierato coi costruttori. ¦