Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un buco nero nel centro città Il palazzo cade a pezzi, 60 dipendenti pronti al trasloco

Fonte: L'Unione Sarda
16 marzo 2016

VIA XX SETTEMBRE. L'edificio che ospita gli uffici del Tesoro è in totale abbandono 


Il palazzo cade a pezzi, tra i silos dei parcheggi ci sono alloggi di cartone per senzatetto arredati con decine di siringhe, le infiltrazioni stanno facendo marcire i muri. E se ora il buco nero tra via XX Settembre e via Sonnino è messo male, la situazione potrebbe anche peggiorare. Gli oltre 60 dipendenti del ministero del Tesoro che lavorano negli ultimi uffici statali rimasti sono pronti a fare le valigie, il trasferimento è dato per imminente. Il complesso immobiliare del gruppo Ragosta potrebbe presto restare vuoto: quattordici piani ancora sotto sequestro per ordine del Tribunale di Napoli, dopo il coinvolgimento dei proprietari in un'inchiesta su riciclaggio e camorra nel 2012. Intanto è in piedi un contenzioso con il Comune. A palazzo Bacaredda, dicono dalla sede campana del gruppo, spettava la manutenzione del piazzale e dell'area silos. Il corrispettivo, stabilito da una convenzione che risale agli anni '70, era la concessione di decine di posti auto, colorati di blu e girati alla Parkar del Ctm. Basta andarci: i lavori per rendere decente il posto, a chiunque spettassero, non sono stati fatti.
Un grande edificio, grigio e arancione. Ora resta il grigio, e il colore della ruggine. L'ingresso principale è su via XX Settembre. Qui, in passato, ferveva l'attività degli enti decentrati dello Stato. C'era, e c'è, la Ragioneria territoriale dello Stato. C'era anche la Corte dei Conti, ormai migrata in via Angius. I garage sotterranei sono inaccessibili, in passato si allagavano. La scala antincendio di cemento esterna, che sale a chiocciola per 14 piani, è mangiata da pioggia e vento. Il Comune ha transennato un'area, per sicurezza: piovono calcinacci. Alcune auto sono posteggiate e coperte di polvere, abbandonate da anni. Un barbone ha organizzato pareti di cartone e un materasso. Le siringhe sono a portata di mano. Dal soffitto gocciola l'acqua che ristagna sui ballatoi abbandonati, transennati pure quelli. Per questo il ministero trasloca. Continue segnalazioni a Roma hanno portato, nell'estate 2014, all'avvio di un'indagine di mercato per trovare un altro immobile. «Abbiamo partecipato anche noi», dicono dalla Ragosta, «ma non conosciamo l'esito. Intanto è stato appena rinnovato il contratto, per altri sei anni. Ma il Mef può recedere, se ha trovato uno stabile demaniale». E questa sembra la soluzione individuata: trasloco a canone zero, in spazi dello Stato, questioni di mesi. L'interesse a ristrutturare verrebbe meno, continuano da Napoli: il rischio è l'abbandono.
Enrico Fresu