«Il risultato positivo delle opere di riqualificazione del lungomare del Poetto, con incremento della frequentazione da parte dei cittadini dell'area urbana, rende urgentissima l'opera di protezione e implementazione del sistema dunale sopravvissuto, per completare e migliorare l'intervento finora eseguito». Lo sostiene Legambiente che ieri mattina è tornata al Poetto per la seconda giornata delle dune. «La duna artificiale dell'eco-filtro a oggi predisposta, al confine tra lungomare e spiaggia, appare insufficiente: la sua profondità è limitata ed è frequentemente interrotta da strutture di vario tipo come i dek e i baretti.
Le opere, gli accessi non regolamentati, la mancanza di barriere e di segnalazioni minacciano le dune sopravvissute e la vegetazione autoctona che le forma e le mantiene».
Già il 28 febbraio erano stati evidenziati i punti deboli del piano di riqualificazione. «Non è prevista una delimitazione delle dune esistenti per permettere al pubblico di riconoscerle e rispettarle; non sono in opera le opere di formazione delle passerelle necessarie a sovrapassare le dune naturali e quelle formate dall'ecofiltro», sostengono gli ambientalisti. Dicono i dirigenti Carla Varese e Giancarlo Suelzu: «Molti ci hanno fatto notare che per accedere dal lungomare pedonale alla battigia si è costretti a calpestare il cordone dell'ecofiltro, ormai degradato in decine di tratti». (a.pi.)