Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cortei vietati? ‘Parliamone’

Fonte: La Nuova Sardegna
6 aprile 2009

DOMENICA, 05 APRILE 2009

Pagina 1 - Cagliari

IL CASO.


Il prefetto dà un regolamento, Cisl molto critica




CAGLIARI. Il prefetto dice dove non si potrà più organizzare una manifestazione in strada e la Cisl stigmatizza forme e anche un po’ della sostanza della decisione del prefetto. Quello emanato è un regolamento, ma il sindacato spiega di non aver ricevuto alcuna informazione «per limitare i percorsi e le modalità dei cortei e delle manifestazioni». «Ci pare assolutamente sbagliato intanto il metodo usato dal prefetto - è scritto nella nota firmata dal segretario generale Fabrizio Carta -: anziché prendere una decisione in perfetta solitudine sarebbe stato opportuno convocare una riunione con le forze sociali, sindacali, le associazioni, i commercianti, insomma con il mondo dell’associazionismo di Cagliari, per discutere insieme di questo problema. Non ci sembra, del resto, a meno ché il prefetto non abbia informazioni diverse e riservate, che ci sia stato a Cagliari, negli ultimi tempi, un problema di ordine pubblico e di danni arrecati ai cittadini così grave da giustificare un provvedimento quanto meno inopinato e improvviso». Sottolinea infatti il segretario generale: «Le esigenze e il diritto alla mobilità dei cittadini sono sicuramente un bene da salvaguardare - precisa -, ma altrettanto deve essere garantito il diritto dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati di poter manifestare liberamente e pacificamente, nel rispetto delle regole che devono però essere comprese e condivise. Da quel che abbiamo letto sulla stampa, il provvedimento non può neanche essere condiviso nel merito: di fatto le restrizioni ipotizzate impedirebbero qualunque corteo sindacale e ne impedirebbero, di fatto, il naturale percorso». Per concludere: «Ci auguriamo pertanto che il prefetto, generalmente molto disponibile e sensibile - ha detto Carta -, riveda questa posizione e convochi un incontro per approfondire l’argomento e studiare, assieme alle forze sindacali, il modo migliore per contemperare diritto di manifestare con il diritto alla mobilità».