Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Is Mirrionis, troppe barriere per i disabili

Fonte: L'Unione Sarda
6 aprile 2009

La denuncia dell'associazione paraplegici: «Un servoscala? Solo se muore un altro portatore di handicap»



Via Quirra, esterno giorno: un pensionato percorre con fatica la pedana che conduce al mercato comunale, troppo ripida per le sue possibilità. Rallenta, arranca, poi si riprende e giunge in vetta. Un altro, in carrozzina, preferisce entrare nella struttura attraverso il montacarichi: l'ascensore non c'è, non c'è mai stato, e quella per lui resta l'unica alternativa valida. A pochi passi da lì, in Via Meilogu, una casalinga invalida guarda dalla finestra la bella giornata di primavera, pensa alla possibilità di uscire a fare una passeggiata, ma subito rinuncia: il servoscala che aspetta da tre anni, nel palazzo comunale in cui vive da sempre, non è ancora arrivato. «Dal Comune forse aspettano che un altro disabile, andandosene al Creatore, mi ceda il suo servoscala», dice. «E se invece muoio prima io?».
Oggi come ieri, nonostante le denunce e le promesse elettorali, Is Mirrionis non è un quartiere per disabili. Non lo sono le sue strade, non lo sono i marciapiedi, gli esercizi commerciali, i palazzi, le case. E neppure le porte, troppo strette, le scale, troppo ripide, le mattonelle, troppo sconnesse. Non lo sono e probabilmente non lo saranno neanche in futuro, se è vero com'è vero, che tra la prima edizione del Convegno sull'abbattimento delle barriere architettoniche, organizzata dalla circoscrizione tre nel febbraio del 2008 e la seconda, che si è tenuta ieri nella stessa sede e quasi con le stesse facce, non è accaduto nulla. Nulla che, secondo la felice espressione di Carmelo Addari, vicepresidente dell'Associazione sarda paraplegici, abbia liberato le decine di anziani e disabili del quartiere dagli «arresti domiciliari a cui sono condannati pur senza aver commesso alcun reato».
Di fronte ai palazzi privi di ascensore, alle porte non a misura di carrozzella, al mercato poco accessibile, i cittadini si lamentano. I consiglieri, impegnati nella commissione circoscrizionale, si prodigano ma senza strumenti efficaci. «Un paese in cui nel 2009 esiste ancora il problema delle barriere architettoniche, non può considerarsi fino in fondo civile», dice Piero Comandini, assessore provinciale alle Attività produttive, nonché unico politico presente al convegno.
LORENZO MANUNZA

04/04/2009