Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Per non dimenticare quel 1943 e le bombe su Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
22 febbraio 2016

TEATRO. Stasera (ore 21) alla Vetreria “La guerra dentro casa” che rievoca la tragedia

 

« L a maestra è severa: i bambini devono memorizzare le frasi del duce in ogni momento della giornata, anche quando giocano con le cerbottane o a “zacca e poni!”. All'inizio, il suono delle sirene che annunciavano i bombardamenti e la corsa verso il rifugio sembravano quasi un gioco per i bambini di Cagliari del '43. Poi, dopo quel 17 febbraio, paura, angoscia, morte e distruzione prendono il sopravvento. Cada Die Teatro stasera alle 21 alla Vetreria porta in scena lo spettacolo Cagliari 1943: La guerra dentro casa . Sul palco 20 allievi della scuola di arti sceniche La Vetreria, diretti da Pierpaolo Piludu, indossano pantaloni corti e divise rivivono tra i banchi di scuola quelle giornate cagliaritane. La storia dice che gli angloamericani colpirono duramente Cagliari, causando oltre mille morti. «Molti adolescenti neanche lo sanno», spiega Piludu. «A scuola partiamo troppo spesso da lontano e ci dimentichiamo di raccontare la nostra città, il nostro quartiere». La rappresentazione sarà preceduta dalla proiezione di alcuni estratti dal documentario prodotto dalla sede Rai regionale Quando scappavamo col cappotto sul pigiama di Pierpaolo Piludu e Cristina Maccioni.
Prima dello spettacolo, alle 19 nei locali della Torretta della Vetreria si inaugura una sorta di “spazio della memoria”: Pierpaolo Piludu, presenta un video archivio con le testimonianze dei «bambini e dei ragazzi del '43» che hanno vissuto l'esperienza dei bombardamenti a Cagliari. Davanti alla camera fissa, con l'inquadratura che stringe sempre più sul volto dei protagonisti, 130 persone tra i 72 e i 101 anni raccontano quei giorni vissuti sotto le bombe: c'è chi ha visto la propria casa crollare davanti agli occhi, chi è rimasto sotto le macerie ore o giorni, chi è stato ferito, chi ha visto morire fratelli, genitori, amici. «Il video archivio sarà sempre disponibile», dice Piludu. «Chiunque lo vorrà, potrà fare una ricerca per nome o per quartiere e scoprire attraverso il racconto di chi c'era che cosa sono stati bombardamenti del '43 ». Storie personali, quindi, da 5 minuti fino a un'ora, alcune drammatiche, anzi «terribili», sottolinea Piludu, altre più spensierate, legate al ricordo de “su famini” o all'incoscienza di quando «quei bambini si affacciavano sui tetti per osservare con meraviglia suoni e luci della contraerea e delle prime bombe che cadevano sulla città».
Mauro Madeddu