Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sul podio del Lirico Michelangelo Mazza per un concerto dedicato a Beethoven

Fonte: L'Unione Sarda
19 febbraio 2016

 


Musica

 

Q uattordici anni da primo violino di spalla dell'Orchestra del Teatro Regio di Parma, poi l'esordio nella veste di direttore d'orchestra con Falstaff di Verdi nel 2014 al Teatro Municipal de São Paulo in Brasile. Un sogno che si avvera, ma anche un'evoluzione della propria carriera. È Michelangelo Mazza, al suo debutto sul podio del Teatro Lirico di Cagliari per il quinto appuntamento con la stagione concertistica 2016, oggi alle 20,30 e domani alle 19. Guiderà l'Orchestra del Lirico in un programma monografico interamente dedicato alla musica di Ludwig van Beethoven. Nella prima parte saranno eseguiti il Coriolan ouvertüre op. 62 e la Prima Sinfonia in Do maggiore op. 21 , per poi proseguire con Zur namensfeier, ouverture in Do maggiore op. 115 e la Seconda Sinfonia in Re maggiore op. 36 nella seconda parte. Avvalendosi di una grande esperienza, maturata anche grazie a collaborazioni con illustri bacchette come Riccardo Muti, Yuri Temirkanov, Lorin Maazel, si dedica prevalentemente al repertorio operistico italiano. In qualità di violinista e maestro concertatore con i Solisti dell'Opera Italiana, si esibisce in alcune tra le più rilevanti sale del mondo, tra cui Carnegie Hall di New York, Sala Caikovskij di Mosca, Sala della Filarmonica di San Pietroburgo, Kioi Hall di Tokyo.
Dal violino alla direzione d'orchestra.
«Ho avuto la grande fortuna di iniziare molto presto a lavorare come primo violino di spalla, in qualche modo lo considero un ruolo simile a quello del direttore, certamente una naturale crescita».
Qualche anticipazione sul programma?
«Più che sulla Prima e sulla Seconda Sinfonia mi soffermerei sull'ouvertüre Zur namensfeier , Per l'onomastico, che aprirà la seconda parte del concerto. Brano molto energico, si esegue molto poco ma rappresenta un'espressione in musica di profonda gratitudine. Fu scritto per l'Imperatore, grande mecenate, una dedica per riconoscenza, insomma».
La musica vissuta dal podio piuttosto che dal primo leggio.
«Si tratta di una visione totalmente differente, molto più completa. Mi aiuta il passato orchestrale, avevo già infatti l'abitudine di studiare la partitura delle opere. La mia vocazione è sempre stata per il repertorio operistico, ho sempre lavorato con le voci».
Prime impressioni sul debutto al Lirico.
«Quelle di una lettura energica di alcune tra le più significative pagine del Beethoven giovanile. Di un programma molto positivo, privo ancora di quel senso di cupo che caratterizza parte della scrittura del genio di Bonn».
Luisa Sclocchis