Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I veleni tra le baracche

Fonte: L'Unione Sarda
15 febbraio 2016


L'accampamento dei rom è una bomba ecologica - Allarme della forze dell'ordine: «Qui ci sono bambini»

 


«Non può sorgere un nuovo campo abusivo». La dichiarazione del Comune è dello scorso settembre. Parole arrivate subito dopo l'aggressione a un giornalista e a un operatore tv nell'accampamento non autorizzato sulla Statale 554. A distanza di cinque mesi non solo il campo nomadi è ancora lì, in un terreno di privati, ma si è ingrandito: nuove baracche, altre roulotte e, a notti alterne, il classico rogo per “pulire” il rame da rivendere. Anche la discarica sul pendio della collinetta accanto alla Motorizzazione civile è cresciuta: una montagna di rifiuti, anche pericolosi. E mentre “i residenti” del campo aumentano a dismisura, presto ci potrebbero essere delle novità: la Polizia municipale ha concluso gli accertamenti e, prima che la situazione degeneri, ci dovrebbe essere un intervento della Procura. Anche perché in queste condizioni al limite dell'emergenza sanitaria (tra amianto, topi e rifiuti) vivono molti bambini.
OFF LIMITS Il campo abusivo è inaccessibile. Per raggiungerlo ci sono due stradine tortuose e gli abitanti hanno tutto il tempo per organizzarsi per l'accoglienza dei visitatori. A settembre le baracche erano dodici, una ventina gli abitanti. Nei mesi il campo è diventato più grande. Baracche e roulotte sono aumentate ma è peggiorata anche la situazione igienico-sanitaria. «Durante i nostri interventi», raccontano vigili del fuoco, agenti della municipale e forze dell'ordine, «ci capita di vedere passare topi enormi. Per non parlare della distesa di rifiuti accanto alle casupole dove vivono le famiglie». Sul terreno regnano gli “scarti” dei lavori notturni: carcasse di ogni tipo ripulite da ferro e rame. Dagli accertamenti effettuati dai carabinieri - subito dopo l'aggressione ad Antonello Lai e Matteo Campulla, dell'emittente Tcs, lo scorso settembre - era emerso che le famiglie rom presenti sulla collinetta tra Motorizzazione civile, Statale 554 e Centro operativo dell'Agenzia dell'entrate, campavano grazie alla raccolta di materiale ferroso in città e nella provincia. I roghi, soprattutto di notte, servono a pulire ferro e rame che viene poi portato via da camion di ditte specializzate. I rifiuti vengono gettati anche nella parete della collinetta: una discarica diventata gigantesca.
INDAGINI ED ESPOSTI Oltre all'inchiesta degli agenti della municipale (e alle informazioni raccolte da Carabinieri e Polizia nei loro interventi nel campo) sono stati presentanti numerosi esposti. «Ancora pericoli per la salute, ancora degrado, cittadini impotenti e istituzioni che non sempre svolgono un'adeguata attività di controllo e di prevenzione di tali fenomeni illeciti», avevano denunciato a fine anno le associazioni ecologiste Gruppo d'intervento giuridico onlus e Amici della terra con un esposto consegnato alla Procura della Repubblica per denunciare il pericolo di inquinamento alle porte della città, a due passi dalla strada statale 554. L'allarme diossina è stato segnalato più volte al Comune anche dai residenti di Mulinu Becciu: «Siamo costretti a tenere chiuse le finestre di casa», hanno sottolineato più volte i componenti del comitato spontaneo “no diossina”, «soprattutto la notte, quando i roghi durano diverse ore rendendo l'aria irrespirabile. Siamo preoccupati per la nostra salute».
IL COMUNE Lo stesso Comune era stato chiaro: «L'autorità giudiziaria è già stata informata. Ora coinvolgeremo anche la Prefettura per evitare che possa sorgere un campo abusivo». La realtà è un'altra: il campo nomadi non solo è sorto oramai da tre anni, ma continua a ingrandirsi senza che nessuno intervenga.
Matteo Vercelli