Rassegna Stampa

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I sardi beffati due volte: meno trasferimenti statali e più tasse

Fonte: web sardiniapost.it
11 febbraio 2016

 

Nel giro di quattro anni, dal 2010 al 2014, Roma ha tagliato alla Sardegna 211 milioni. Ma il prezzo pagato dai contribuenti isolani è stato doppio: perché con la riduzione dei trasferimenti statali, i Governi che si sono succeduti nel tempo (Berlusconi, Monti, Letta e Renzi) hanno obbligato i Comuni ad aumentare le tasse locali. Prima è toccato all’Imu (ex Ici), l’imposta sugli immobili, poi alla Tasi, il tributo per i servizi indivisibili che ha inglobato quello sulla casa.

I numeri del dazio pagato dalla Sardegna per le politiche governative sono scritti nel report diffuso ieri dall’Anci regionale. Il primo dato è che i Comuni dell’Isola hanno perso, in quattro anni, 382 milioni di trasferimenti erariali, pari al 90,4 per cento. Una stangata.

A fronte di questo taglio, ecco l’aumento delle imposte locali. Per l’addizionale Irpef i contribuenti sardi hanno versato 76 milioni nel 2014 contro i 58 pagati quattro anni prima. Significa 18 milioni in più, pari al 29,9 per cento. Numeri ancora maggiori su Ici, Imu e Tasi: dai 301 milioni del 2010 si è passati ai 472 del 2014. Vuol dire un maggior gettito di 171 milioni che corrisponde a un più 56,8 per cento.

Ci sono poi le risorse perse per via del Patto di stabilità, ovvero i vincoli di spesa che tutti i Comuni hanno dovuto rispettare sinora (e anche le Regioni, ad eccezione della Sardegna, prima e unica che ha ottenuto la cancellazione dei limiti): il Patto ha tolto agli enti locali dell’Isola 118 milioni nel 2014, contro i 45 del 2010. Le finanze municipali si sono così ristrette di altri 73 milioni, pari al 160,5 per cento.

Nell’ultima riga della tabella Anci, dedicata alla “Metamorfosi dei gettiti comunali“, si legge il netto delle risorse incassate dai Comuni sardi: a fronte dei 679 milioni del 2010 si scende ai 395 del 2014. La riduzione è pesantissima: sono 284 milioni in meno (41,8 per cento).

Dall’Associazione fanno rilevare un ulteriore dato: questi ultimi 284 milioni di taglio sul totale della finanza locale sono stati compensati solo in parte con l’aumento della pressione fiscale, cresciuta invece di 171 milioni. Ciò vuol dire che i Comuni sardi stanno facendo i conti con una perdita secca di 117 milioni. Peraltro: sulla Tasi, prevista per la prima volta nel 2014 con la Legge di stabilità (l’ex Finanziaria nazionale), è stato il Governo a imporre le aliquote.

Pier Sandro Scano, presidente dell’Anci regionale Sardegna nonché sindaco di Villamar, fa un ragionamento lungo: “Dal 2008, anno in cui è cominciata la crisi, la riduzione dei trasferimenti statali è stata del 50 per cento”. Ma ci sono “due aspetti positivi: con la nuova Legge di stabilità, per la prima volta, e questo è un merito della battaglia molto dura condotta dagli enti locali in Italia, non sono previsti ulteriori tagli”.

Il secondo elemento gradito all’Anci è che “dal 2016 per i Comuni viene allentato il Patto di stabilità, meccanismo col quale per anni sono stati falcidiati i bilanci municipali: attraverso una nuova contabilità chiamata saldo di competenza, gli enti locali possono cominciare a spendere, per esempio, una parte degli avanzi di amministrazione”.

Scano parla di “un’inversione di tendenza che ci fa molto piace e riconosciamo al premier Matteo Renzi il merito di aver aperto un duro confronto con Bruxelles, perché si metta fine alla politica di austerità imposta dalla Germania e, più in generale, dall’euroburocrazia. Riteniamo, anzi, che il Governo vada sostenuto in questa battaglia coraggiosa”.

Al saldo di competenza previsto con la Legge di stabilità 2016, il presidente di Anci Sardegna riconosce un unico limite: “A questa contabilità sono assoggettati anche i Comuni sotto i mille abitanti, i quali finora erano fuori dal patto. Per il resto, l’allentamento dei vincoli di spesa permetterà di far ripartire gli investimenti, rimasti fermi durante un pesantissimo ciclo pluriennale”.

I numeri della Finanza locale li commenta anche Umberto Oppus, direttore dell’Anci ed ex primo cittadino di Mandas: “Ai sindaci vengono rimproverate le troppe lamentale. Ma i numeri dei tagli ai trasferimenti statali sono un dato tecnico: Roma ha realmente impoverito le casse comunali, col rischio che, alla lunga, si metta in serio pericolo l’erogazione dei servizi”.

Al. Car.