Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La museografia che non c'è

Fonte: L'Unione Sarda
10 febbraio 2016

 

È possibile la storia senza la geografia che ne delinei le declinazioni materiali? No, secondo Patrick Geddes. Questa non sarebbe che una metafora «della storia materiale dell'umanità e delle corrispondenti tipologie di utilizzo del suolo». L'urbanista, nell'evoluzione, colloca il contadino e il suo paesaggio come il momento della divisione in classi. Mentre il pescatore sarebbe evoluto in viaggiatore e mercante per inventare la città portuale che continuerà ad avere a monte attività minerarie, foreste, allevamenti. L'interdipendenza avrebbe reso interdipendenti le persone. Chissà cosa avrebbe detto Geddes dei voli low-cost e delle sue disavventure nell'isola? O peggio del presunto antagonismo con l'urbano o dell'assenza di pianificazione nella Sardegna contemporanea. Necessaria questa perché non si pianificano luoghi ma la vita delle genti che li abitano. Per attuarla si richiedono conoscenze e competenze. Quanti sanno che la Sardegna e Cagliari ebbero precoci antropizzazioni e gli insediamenti sul mare, fondanti le città, consentirono ai nostri progenitori relazioni con le terre che si affacciavano sul Mediterraneo e con i loro retroterra. La scuola e il museo sono i luoghi deputati per creare coscienza storica e identità future. Al Museo delle Civiltà d'Europa e del Mediterraneo di Marsiglia, oltre alle sezioni didattiche, colpiscono quelle che tematizzano l'antropizzazione dell'Europa e della Francia, la storia della città e della sua portualità. Molto presenti la Sardegna e Cagliari. Ci interpella tutti l'assenza a Cagliari del Museo della città o al Museo Nazionale una museografia che ricostruisca agevolmente la storia della Sardegna e della città piuttosto che perdersi cercando il bandolo tra gli strepitosi tesori.
Maria Antonietta Mongiu