Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuova discarica a Macchiareddu Trascurato il rischio di alluvioni

Fonte: L'Unione Sarda
9 febbraio 2016

CACIP. Lo studio: il deposito ricade in un sito sicuro. I comitati: l'area è spesso allagata 

I calcoli sono stati fatti, ma per misurare il rischio idrogeologico e progettare la nuova discarica del Cacip nella zona industriale di Macchiareddu non si è tenuto conto dell'alluvione del 2008. I dati utilizzati per stimare la dimensione delle opere idrauliche, che dovrebbero proteggere da eventuali allagamenti il deposito in cui andranno stoccate le ceneri prodotte dal Tecnocasic, si fermano al 2007. Di più: per mettere a punto il progetto sono stati utilizzati gli Annali idrologici della Sardegna, dove «non sono stati riportati i dati delle piogge intense con durata inferiore alle 24 ore», viene spiegato negli elaborati presentati per la valutazione di impatto ambientale. Insomma: i numeri presi in considerazione non tengono conto delle «bombe d'acqua» con cui l'Isola convive ormai da anni.
LA DIFESA «Quel sito non presenta nessun rischio», assicurano dallo studio Iat progetti, che da poco ha consegnato le proprie “controdeduzioni” al Servizio valutazioni ambientali della Regione. Ma le garanzie - date in pubblico, durante le recenti assemblee con i comitati contrari alla realizzazione dell'opera - non bastano a convincere gli scettici. Anche per questo il Cacip si è reso «disponibile ad approfondire l'analisi delle problematiche evidenziate commissionando uno specifico studio di compatibilità idraulica».
LE OSSERVAZIONI Chi abita nelle vicinanze sostiene che l'area individuata per ospitare la discarica si è allagata diverse volte negli ultimi anni. I terreni, vicini al carcere di Uta, sono a una distanza di 1,7 chilometri dal rio Gora su narboni e 2,2 chilometri da rio Santa Lucia. Nei documenti depositati in Regione viene evidenziato che sulla scelta il Cacip ha ricevuto il via libera dalla Provincia, che nella sua doppia veste di azionista di riferimento del Consorzio (col 40 per cento delle azioni) ed ente con competenze ambientali ha dato parere favorevole alla «procedura di idoneità del sito», nel 2007. Appena un anno prima dell'alluvione che ha messo in ginocchio Capoterra, Assemini, Uta e tutta la zona di Macchiareddu.
IL PROGETTO Per il Cacip, però, il progetto della discarica è questione di vita o di morte: ogni anno il consorzio, proprietario dell'inceneritore del Tecnocasic, spende circa 13 milioni di euro per stoccare in altre strutture della Sardegna le ceneri prodotte dai forni. Per realizzare due moduli di discarica su una superficie di 11 ettari, prevede di sborsarne poco più di 12. In una sezione saranno depositati i «residui della combustione di rifiuti urbani e industriali dell'inceneritore Tecnocasic», mentre la seconda, precisa la relazione progettuale, «dovrà ospitare prioritariamente le frazioni residuali della raccolta differenziata, eccedenti le potenzialità del termovalorizzatore di Macchiareddu».
Michele Ruffi