Rassegna Stampa

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Applausi per la Nona di Beethoven: inaugurazione in grande stile al Lirico

Fonte: web sardiniapost.it
1 febbraio 2016

 

Il più emozionato di tutti sembrava proprio Franco Orazi, fresco sovrintendente del teatro Lirico cagliaritano, che venerdì sera ha scelto di inaugurare la stagione sinfonica con un capolavoro assoluto: la Nona sinfonia di Beethoven e il suo Inno alla gioia che ci auguriamo serva a distendere gli animi piuttosto strapazzati dalle vicissitudini degli ultimi anni.

Il salotto cittadino ha risposto con slancio alla scelta, animando platea e loggione con un pubblico attento e molto caloroso (anche troppo visto che in molti, rapiti dalla vertigine musicale, continuano a dimenticare che gli applausi alla fine dei movimenti non sono ammessi!).

Nel foyer, poco primo dell’inizi del concerto, si sono visti, rilassati e sorridenti, i coniugi Cualbu, ma anche Piergiorgio Massidda e signora, Angela Quaquero (attualmente membro del Consiglio d’indirizzo del teatro) accompagnata dal marito, il preside della facoltà di architettura Antonello Sanna e Mauro Meli, tornato nuovamente al timone del Lirico in veste di direttore artistico.

Un pubblico delle grandi occasioni, che ha ampiamente applaudito la direzione del brillante direttore d’orchestra Gerard Korsten, e la compagine dell’orchestra e del coro del teatro diretta da Gaetano Mastroiaco, impegnata in una esecuzione tra le più complesse del repertorio ottocentesco sinfonico. Una musica che parla all’umanità intera, colta da Schiller, l’autore del finale, nella sua intima verità, una melodia che sembra slanciarsi verso l’ignoto sfidando i limiti terreni: “Gioia, bella scintilla degli Dei, figlia dell’Eliso, noi penetriamo ebbri di fuoco, nel tuo santuario. I tuoi incanti riuniscono, ciò che i costumi severamente divisero; gli uomini tutti divengon fratelli dove dimora la tua dolce ala”. Menzione d’onore, almeno per chi scrive, a Sabina von Walther (nella foto), soprano dalla voce da angelo: l’esperienza scaligera col maestro Riccardo Muti, nei suoi timbri, echeggia in tutto il suo splendore.

Donatella Percivale