Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

App, incontri, documentario e libro

Fonte: L'Unione Sarda
1 febbraio 2016


La periferia riprogettata “dal basso”
Il progetto del collettivo di architetti Sardarch: «Non solo edifici, ci interessa la vita»

 

Per ora, di concreto, ci sono un'app, una mostra fotografica, un documentario e un libro. Primi passi di un cammino che porterà alla riqualificazione urbana e sociale di Santa Teresa, quartiere di Pirri. È questa la scommessa di tre giovani architetti cagliaritani del collettivo Sardarch: Matteo Lecis Cocco-Ortu (consigliere comunale, quota Pd), Nicolò Fenu e Francesco Cocco. Hanno idee innovative e un approccio diverso da ciò che ci si potrebbe aspettare. «L'urbanistica - sentenziano - non è solo la costruzione di edifici ma anche di un diritto alla città che porta al coinvolgimento attivo delle persone. Sino a oggi l'urbanistica ha ragionato sulla carta, senza tener conto dell'aspetto umano e delle esigenze di chi abita gli spazi».
Sono queste le premesse del loro sogno: ridisegnare i rioni periferici, degradati e dimenticati di Cagliari, portando i residenti a riappropriarsi dei loro spazi e rendendoli protagonisti attivi di un processo di rigenerazione che, chiarisce Nicolò, «non si ferma all'urbanistica, ma va oltre: siamo tutti bravi a fare le linee e a immaginarci gli spazi, ma il problema è che l'architettura e la città sono per le persone, non per chi le progetta».
MODELLO Tutto inizia nel luglio del 2014: da un lato due sviluppatori e un illustratore di Tiscali (Ernesto Puddu, Sergio Picciau e Riccardo Atzeni) dall'altro i tre architetti. «Ci siamo resi conto che, pur non conoscendoci, stavamo lavorando a due progetti dal modello simile», racconta Nicolò. «Abbiamo deciso di unire le nostre forze per dare vita a un unico progetto. Così è nata una collaborazione finalizzata al miglioramento della qualità di vita e ad azioni concrete da cui partire per cambiare il territorio in cui si abita», spiega. «Concentrarci sul digitale per poi creare situazioni reali», interviene Francesco.
Così è nata Mano, una piattaforma online e mobile dedicata ai residenti di Santa Teresa. “Hai bisogno di una mano per il tuo trasloco, o per curare il giardino? Potrebbe dartela il tuo vicino, ma tu non lo sai! Usa Mano per inviare una richiesta d'aiuto geolocalizzata: le persone attorno a te la vedranno, e insieme potrete risolvere il problema”, si legge sulla pagina principale. E ancora: “Fai amicizia con i tuoi vicini, e costruisci attorno a te una rete consapevole e attiva: fate squadra e rendete il vostro quartiere più vivibile”. Ma le finalità sono tantissime.
INCONTRI Dal mondo virtuale a quello reale. «Non ci siamo fermati all'app», chiariscono. «A fine agosto dell'anno scorso abbiamo organizzati una serie di incontri con gli abitanti del quartiere, per testare la app. Abbiamo iniziato a ragionare con le persone, così ci siamo resi contro che certe dinamiche erano già presenti nel territorio», sottolinea Francesco. «A Santa Teresa era già in corso uno scambio di favori tra le persone, ad esempio c'è una sarta che da sempre offre le sue competenze ai vicini». Ne è nato un documentario: “Santa Teresa - Una mano tira l'altra”, un viaggio di pochi minuti tra le case popolari e le strade del quartiere, diretto da Massimo Gasole. E anche un libro: “Verso un'urbanistica della collaborazione”, a cura dello stesso collettivo Sardarch. Al suo interno il rione viene raccontato con le parole e immortalato nelle foto di Stefano Ferrando: «Mi sono soffermati sui micro-dettagli, che spiegano il quartiere e il tipo di società. Santa Teresa è un rione molto particolare, ha una grandissima carica umana».
PROSPETTIVE «Il progetto va avanti. E speriamo di poterlo estendere a tante altre zone di Cagliari», annunciano gli architetti. «Certo è difficilissimo arrivare a una rigenerazione urbana e sociale, il cammino è sicuramente lungo e difficile. Noi abbiamo iniziato dalla base, lavorando sulle persone, ascoltandole e facendo emergere le loro esigenze», precisa Francesco. «Non siamo per la costruzione di qualcosa di nuovo, ma per il riuso degli spazi non sfruttati come dovrebbero o addirittura abbandonati. Per esempio la scuola di Santa Maria Goretti, o la biblioteca», aggiunge Nicolò. «In questi mesi sul campo, ci siamo resi conto che a Santa Teresa c'è pochissimo verde e mancano spazi pubblici. Un altro problema è la parrocchia: dà le spalle, sia fisicamente che spiritualmente. L'abitante è di fatto escluso». Mettono in chiaro di non voler fare alcuna polemica all'amministrazione: «I cittadini dovrebbero iniziare a capire che ognuno di loro può contribuire a migliorare il proprio quartiere», osservano, così come sta capitando a Pirri. Dove è già nata un'associazione composta da un gruppo di donne residenti che stanno portando avanti laboratori di cucito e di cucina.
Sara Marci