Rassegna Stampa

Il Sole 24ore

Patto e rappresentanza complicano il contratto

Fonte: Il Sole 24ore
30 marzo 2009

PA - PERSONALE E CONSULENZE





Testata: Il Sole 24 Ore Data: 30/03/09
Autore: Gianni Trovati Pagina: 11-11
Sezione: Autonomie Locali e Pa

Personale. Per la prima volta gli oneri dei rinnovi saranno tutti a carico degli enti

L'Aran apre i tavoli decentrati a chi non firma il biennio

I meccanismi della rappresentanza sindacale nel pubblico impiego non sfuggono mai alla regola della catena: se si tocca un anello, si spostano anche tutti gli altri, e chi fa il primo movimento non sempre è in grado di prevederne tutte le conseguenze. In questo modo la matassa si fa sempre più intricata,e insieme alle incognite pesanti poste da un Patto di stabilità particolarmente severo rendono difficile la vita del tavolo che sta lavorando al biennio economico 2008/09.
L'ultima (finora) puntata arriva dalla delibera 15/2009 dell'Aran (su cui si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 23 marzo), che apre le porte delle trattative decentrate anche a chi non firma il biennio economico nazionale,purché abbia sottoscritto il quadriennio normativo di riferimento. L'intervento dell'Aran riguarda tutto il pubblico impiego, e nasce per non escludere Cgil e Rdb dagli integrativi di quei comparti (ministeriali, enti pubblici non economici) dove il sindacato di Epifani non ha siglato le intese approvate da Cisl, Uil e Confsal. Ma negli enti locali la novità rimette in gioco anche Csa e Dicapp-Confsal, escluse dal tavolo perché sotto il livello adatto di rappresentanza (anche se la Csa ha portato tutti in tribunale per contestare il semaforo rosso: si veda «Il Sole 24 Ore» del 19 marzo). «Con questa delibera noi rientriamo -esulta Francesco Garofalo, coordinatore nazionale Csa -, ma ci devono riconoscere anche i distacchi e i permessi che ci sono stati sottratti: altrimenti come trattiamo?». La "vittoria" sugli integrativi, però, nei piani della Csa è solo una tappa, perché «ora ci devono riaprire le trattative nazionali, cancellando i pretesti con cui ci hanno escluso. Altrimenti si verifica il controsenso per cui non partecipiamo al biennio nazionale, ma poi costruiamo i bienni decentrati». Sulla stessa linea Domenico De Grandis, segretario nazionale della Dicapp-Confsal,'altra sigla tagliata fuori dalla trattativa nazionale, che accusa: «Troppi errori, in una gestione a fisarmonica che si allarga e si restringe per favorire qualcuno a prescindere dalle regole». Ma la delibera richiama in campo anche l'Unione dei segretari, al centro di critiche sulla sua possibilità di accedere al tavolo di categoria: «L'atto di indirizzo per il rinnovo - sottolinea Liborio Iudicello, segretario dell'Unione - è rivolto anche a noi, che avevamo firmato un protocollo d'intesa con la Funzione pubblica e un contratto con norme programmatiche per il nuovo accordo. In questa chiave, come possiamo non partecipare all'intesa che deve tradurre questi impegni?».
Sul fronte dei confederali, le reazioni sono diverse e provano a suonare una musica unitaria. «L'Aran - riflette Carlo Podda, segretario della Fp Cgil-si è limitata a chiarire una cosa scontata: nel pubblico impiego è una legge a fissare i parametri della rappresentanza, e sarebbe singolare che la Cgil, cioè iI sindacato più grande, venisse esclusa dai tavoli». Anche la Cisl, del resto, che con la delibera 15/2009 perde la posizione di vantaggio che le derivava in sede decentrata dall'aver firmato tutti i bienni nazionali, ha dato parere favorevole alla decisione Aran. «Questo dimostra che noi siamo partecipativi nel Dna, al contrario della Cgil», taglia corto il segretario nazionale della Cisl Fp Giovanni Favarin.
Passando al merito, l'atto d'indirizzo per il personale non dirigente di Regioni ed enti locali ha avuto il via libera nelle scorse settimane, ma sui lavori del tavolo pesa l'incognita sollevata dal Patto di stabilità. A differenza degli anni scorsi, i vincoli di finanza pubblica non _hanno previsto alcuna esclusione per gli oneri legati al rinnovo contrattuale, che in passato sono sempre stati "girati" allo Stato oppure 'esclusi dal Patto per sterilizzarne l'incidenza. Oggi nelle norme non c'è nulla di tutto ciò, e l'esito delle trattative con il Governo per ottenere correttivi sugli altri fronti (a partire dagli investimenti) mostra che i margini di manovra sono più che stretti. La prospettiva di accollarsi anche i costi del rinnovo, in una situazione già complicata per i conti locali, certo non facilita unaconclusione rapida della trattativa.
gianni.trovati@ilsole240re.com