CAPO SANT'ELIA.
Al via le nuove indagini intorno al tempio di Astarte
Il magazzino militare è diventato un rifugio. Pietra, legno e una terrazza affacciata sul Golfo degli Angeli. Aperto, senza porte e finestre, nel nome della semplicità e dell'impatto ridotto a zero per salvaguardare il paradiso della Sella del Diavolo. Ideato, voluto così, scarno ed essenziale, per evitare che gli scellerati - categoria purtroppo permanente - possano intervenire e danneggiare.
Gli escursionisti che scalano i sentieri di Calamosca, gli stradelli incorniciati dalla macchia, dalle erbe di Sardegna che ricoprono il promontorio, già l'adorano.
SULLA CIMA È il rifugio di pietra e legno a due passi dalla torre di Sant'Elia del 1291, dalla cisterna fenicio-punica e da quella romana, dal fortino della seconda guerra. E ancora dall'area archeologica su cui la Soprintendenza sta lavorando da tempo per riscriverne la storia e svelarne le verità legate alle rovine pertinenti al tempio dedicato alla dea punica Astarte e successivamente, in epoca romana, a Venere Ericina.
L'AREA Un insediamento antico di circa duecento metri quadri rinchiuso de una rete metallica e oggi ricoperto dai sacchi di juta e terra sistemati dagli archeologi dopo la fine della campagna di scavo degli anni scorsi. «Interventi che potranno ricominciare», avverte la vicesindaca e assessora ai Lavori pubblici, Luisa Anna Marras. «Nell'ultimo piano triennale dei lavori pubblici abbiamo stanziato una somma modesta ma comunque importante, circa centomila euro, per consentire alla Soprintendenza di riprendere le indagini».
Intanto di sotto, tra la cittadella militare, la spiaggia si Sant'Elia, la costa è ancora sottochiave . Blindata e off limits per il pericolo smottamento. Ci sono le transenne a fermare gli escursionisti, o almeno a ricordare che da quele parti il terreno rischia di schiantarsi sul mare. Pericolo permanente anche per chi dalla caletta sabbiosa vorrebbe spingersi verso gli scogli.
I LAVORI Resterà così, probabilmente, ancora a lungo. Per ora nulla è stato ideato per riqualificare questa fetta di litorale roccioso e fragile, mentre un progetto è già stato finanziato, disegnato e approvato per ricostruire la strada litoranea che dall'albergo finisce all'ingresso dello stabilimento balneare Paillote, il gioiello realizzato sulla scogliera che ospitava in passato lo stabulario delle cozze e delle arselle.
A. Pi.