Rassegna Stampa

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Authority, sede a Cagliari. Regione sbotta

Fonte: web cagliaripad.it
22 gennaio 2016

 

Sull'Autorità portuale unica la Regione Sardegna vuole avere l'ultima parola. E cioè stabilire quale sarà la sede. E poter valutare se nel novero dei porti possano essere ricompresi anche scali marittimi come Sant'Antioco e Arbatax
 

Spariscono le due Autorità portuali di Cagliari e del nord Sardegna. E nasce un'unica Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna (AspmS). Lo ha deciso il Consiglio dei ministri. Nel decreto è indicata anche la sede del nuovo organismo, Cagliari. E la squadra degli scali marittimi che farà parte dell'AspmS: oltre il capoluogo ci sono Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme, Santa Teresa di Gallura (solo banchina commerciale).
Che cosa cambia rispetto al passato? Molto: la geografia dei porti nell'Isola era divisa in due Authority autonome. Quella di Cagliari, a sud, amministrava il pezzo di costa che va da San Bartolomeo sino a porto Foxi, Sarroch. Mentre quella del Nord, con sede a Olbia, controllava, oltre il principale scalo gallurese, anche Porto Torres e Golfo Aranci. Due organismi indipendenti. Senza presidenti: al comando ci sono infatti due commissari straordinari. Gli ultimi due numeri uno scelti con il coinvolgimento di Comuni, Province, Camere di commercio e Regione, sono stati Piergiorgio Massidda a Cagliari e Paolo Piro a Olbia. Poi solo commissari. La decisione sull'Autoritá unica era nell'aria da tempo. Ma ora che è formalmente approvata rischia di scatenare polemiche a non finire in una regione già scossa dalle battaglie di "territorio" per la riforma degli enti locali e per l'istituzione della città metropolitana soltanto a Cagliari.
La stessa Regione ha già preso posizione a poche ore dalle scelte di Roma. Viale Trento intende subito dire la sua su almeno due punti. Innanzitutto sulla sede. Non sarebbe una presa di posizione contro la scelta di Cagliari, ma un'esigenza di ponderare l'indicazione di una capitale dei porti "maggiormente adatta a garantire una gestione equilibrata del sistema portuale sardo nel suo complesso". Non solo: per la Regione l'elenco dei porti non sarebbe completo. E, anche in questo caso, intende farsi sentire per far inserire nella lista scali "economicamente rilevanti". Facendo anche due nomi: Sant'Antioco e Arbatax, porto strategico anche nelle rotte per i collegamenti con la Penisola. Quest'ultima istanza potrebbe essere recepita prestissimo: l'aggiunta di altri porti su segnalazione delle Regioni è espressamente garantita dal provvedimento di riordino.
Prime reazioni. No all'accorpamento da parte dell'ultimo presidente dell'Authority di Cagliari Piergiorgio Massidda. "Il governatore Pigliaru - attacca - intervenga sul Governo così come dovrebbero fare i parlamentari sardi, la Sicilia ha mantenuto due distretti come pure Liguria e Puglia, la nostra Regione è l'unica che sta accettando supinamente le decisioni di Roma". Pronto alle critiche anche l'ex governatore Ugo Cappellacci. Nel mirino c'è pure il tentativo della Regione di avere l'ultima parola. "Più che un'ultima parola sono lacrime di coccodrillo - denuncia il coordinatore di Fi - Dopo aver applaudito acriticamente la decisione del Governo Renzi, la Giunta regionale teme ripercussioni elettorali e tenta di salvare la faccia con operazioni che ancora una volta divideranno i campanili anziché unire il fronte sardo contro una desertificazione politica-istituzionale ormai evidente agli occhi di tutti".
Una rivoluzione, quella decisa da Roma, nell'ottica della razionalizzazione e del risparmio. Diminuisce il numero degli organismi di gestione dei porti. L'Autorità di sistema portuale sarà governata in modo snello: il presidente, il Comitato di gestione, cioè un board ristretto a poche persone, il segretario generale, il Collegio dei revisori dei conti.