Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Lirico, dove è il cachet?»

Fonte: L'Unione Sarda
15 gennaio 2016


Corradi: aspetto ancora i soldi per la “Vedova allegra” - Il regista ha diretto l'operetta mentre diventava sovrintendente Claudio Orazi

 

Non era così convinto di venire a lavorare a Cagliari. «Il Teatro lirico aveva la fama, non molto lusinghiera, di non pagare secondo le scadenze gli artisti». Così, il regista Mario Corradi, chiamato dall'ex sovrintendente Angela Spocci per la “Vedova allegra”, volle essere rassicurato: «Per prima cosa, le chiesi: avete ripreso a pagare o continuate nella vecchia politica? Lei mi rassicurò e poi verificai che, in effetti, con la gestione Spocci gli impegni con gli artisti venivano rispettati. Quello che accade in tutti i teatri del mondo».
LE CIFRE Gli accordi erano chiari: Corradi avrebbe dovuto incassare il suo compenso in due tranche, una il 30 novembre, l'altra il giorno della prima. Cifre non astronomiche. «Vista la condizione del Lirico, avevo accettato un cachet che è la metà di quello che prendo in giro per il mondo». Poche migliaia di euro. «Il totale lordo, comprensivo di tutto, contributi, tasse, spese, viaggi, soggiorno era di 14 mila euro lordi». La casa in via Dante per un mese, i viaggi, le spese preparatorie («lavoro con uno scenografo di Bologna»): tutto in quei 14 mila euro. «Sono stato anche costretto a rivolgermi un commercialista di Cagliari perché, per essere pagati da un ente pubblico, serve la fattura elettronica. Il mio, di Milano, non ha il programma e, quindi, ho pagato quello di Cagliari».
IL CAMBIO Proprio mentre Corradi lavorava sulla “Vedova allegra”, il ribaltone al Lirico: il 1° dicembre Claudio Orazi viene nominato sovrintendente. «Non entro nel merito delle ragioni per le quali Spocci è stata sfiduciata. So solo che lei liquidava sino all'ultimo euro». Corradi è stato testimone diretto del passaggio di consegne. «Durante le prove si è presentato Meli che si è detto felicissimo del lavoro che stavo facendo. E ha aggiunto che puntava a riportare il Lirico agli splendori del passato. Una bellissima notizia per tutti. Però, poi, sono iniziati i problemi».
IL SILENZIO Terminato lo spettacolo, Corradi ha fatto le valigie. «Ma, prima di partire, sono passato in amministrazione dove mi hanno confermato che le fatture erano in ordine». Nel suo conto, però, nessun bonifico da Cagliari. «Sapevo che il cambio di sovrintendente avrebbe provocato un rallentamento. E quindi ho atteso per un po'». Inutilmente. «I soldi non arrivavano e allora ho deciso di scrivere al sovrintendente e al direttore artistico. Non mi hanno neanche risposto. Così, mi sono rivolto a un avvocato ».
LE RAGIONI È venuto allo scoperto. «Altri artisti, in queste situazioni, abbozzano per paura di farsi la fama di rompiscatole. Io sono il primo regista italiano a essere invitato a fare Wagner in Germania: ora sono ad Aquisgrana per il Tannhäuser. E poi sono in pensione dall'Università Cattolica dove ho insegnato per 40 anni: non ho certo paura di non essere chiamato. Se i teatri italiani sono gestiti così, preferisco lavorare all'estero. Sono arrabbiato, molto arrabbiato».
Marcello Cocco