Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La Forestale in due assessorati comunali

Fonte: L'Unione Sarda
15 gennaio 2016


 La proposta degli indagati di raccogliere gli abiti usati era stata respinta dal dirigente

 

La coppia Giampiero Cesarini e Rosa Contiello dopo aver contattato innumerevoli amministrazioni comunali per proporsi come strumento della raccolta degli abiti usati sfruttando il logo della Caritas diocesana, loro concessa da direttore dell'ente don Marco Lai, aveva bussato alle porte del Municipio di Cagliari. Anche qui, come già a Quartu e Capoterra, aveva chiesto di poter sistemare i cassonetti nei quali depositare gli indumenti (circa 100 in tutta la città) da distribuire poi, in teoria, ai bisognosi. Ma chi dirigeva il settore competente in quel periodo, tra settembre e novembre del 2015, aveva dato parere contrario ritenendo illegittimo attribuire quel tipo di attività in base a quella richiesta. Così non se n'era fatto nulla.
Il particolare emerge in seguito alla visita effettuata ieri dagli uomini del Nucleo investigativo della Forestale negli uffici degli assessorati comunali ai Servizi sociali e all'Igiene del suolo. Visita legata all'inchiesta per truffa e traffico di rifiuti aperta dal pm Guido Pani e che vede sotto accusa, oltre a marito e moglie, anche Andrea Nicolotti (referente del servizio mensa, cucina e logistica della Caritas diocesana) e Guido Afflitto (legato alla società “Sarda Recupero tessili”). Cesarini e Contiello avrebbero acquistato, raccolto e venduto indumenti da regalare grazie a «numerosi contatti con dipendenti e collaboratori della Caritas». Non beneficenza ma «business» secondo il pm, perché i vestiti venivano rimessi in commercio.
Gli uomini al comando del commissario Ugo Calledda hanno preso tutti gli atti che riguardano contatti e collegamenti tra la coppia e la società Eurofrip in Campania cui erano destinati gli abiti. In base alla ricostruzione degli investigatori, la Caritas come controvalore degli indumenti riceveva una certa somma (per il tir pronto a essere imbarcato e destinato a Napoli ma sequestrato il 6 gennaio, si parla di 850 euro). Cifre, se vere, molto basse davanti al valore di altri abiti raccolti: come quelli donati dai Loddo di Fonni i quali, alla chiusura della loro attività, avevano regalato vestiti per un valore che chi indaga ipotizza possa toccare i 100 mila euro. Ora tutte le carte sono in mano al pm. (an. m.)