Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La Caritas, don Lai e i parroci

Fonte: L'Unione Sarda
15 gennaio 2016


Seminario: davanti a Miglio il sacerdote parla di «eccedenze» - «Non tutti gli abiti donati vanno ai poveri, quelli in più vengono venduti»

 


«Tutte le eccedenze sono state date sempre a persone che hanno i requisiti per ritirarle e trasformare in stracci per le officine o addirittura rigenerarle nel mercato del vestiario». A confermare che non tutti gli abiti donati alla Caritas vanno ai poveri è il direttore don Marco Lai.
Ieri mattina, assieme all'arcivescovo Arrigo Miglio e all'avvocato Emanuele Pisano, in Seminario ha incontrato i parroci della diocesi cagliaritana. All'ordine del giorno anche il punto sull'inchiesta che ha portato al sequestro di un tir carico di abiti donati a poveri e migranti. Don Marco Lai ha ricordato ai sacerdoti che la vendita delle «eccedenze» c'è sempre stata per sostenere le attività della Caritas, un passaggio precisato anche dal vicario generale della Curia Franco Puddu che sul Portico, il settimanale della diocesi, spiega che «spesse volte le donazioni eccedono le necessità reali delle persone che ne fanno richiesta. In tal caso si pone il problema di come riutilizzare tali eccedenze senza spreco, nel rispetto delle normative e senza tradire la volontà dei donatori».
Il direttore della Caritas ha parlato di «un'idea progettuale antica che la diocesi di Cagliari porta avanti dai tempi di monsignor Alberti con la cooperativa Sa Striggiula che, dentro un consorzio più ampio, ritirava a Cagliari tutti i cassonetti dove c'era il logo Caritas». Proprio l'utilizzo del logo da parte della società Eurofrip è uno degli aspetti che sta cercando di chiarire il pm Guido Pani. «È un tema che ho personalmente affrontato nel consiglio nazionale Caritas dove, a livello diocesano, c'era la possibilità di spendere il logo anche per iniziative di questo tipo, che non vuol dire vendere il logo o cedere il logo, significa semplicemente (dentro un progetto ben preciso, in questo caso pedagogico e solidale) poter utilizzare questo logo: è questo che abbiamo fatto».
Il parroco di Sant'Eulalia ha poi speigato com'è nata la collaborazione con Giampiero Cesarini e Rosa Contiello, entrambi indagati per truffa e traffico organizzato di rifiuti: i due si occupavano della raccolta degli olii esausti dalle cucine della mensa di via Sant'Ignazio, «tutto secondo le norme, li ritiravano con tanto di certificazione», poi l'offerta di un ulteriore servizio con la raccolta degli abiti in eccesso: «Ci sembrava una cosa interessante e l'abbiamo portata avanti. Poi ci sono stati dei passaggi dove sicuramente in maniera impropria, se così possiamo dire, hanno esagerato».
Marcello Zasso