Rassegna Stampa

web sardiniapost.it

Marchetti contro Meli. Ecco come cominciò la guerra sui conti del Lirico

Fonte: web sardiniapost.it
11 gennaio 2016

 

Spunta un verbale nella querelle politico-giudiziaria che da anni investe il Lirico di Cagliari: è il resoconto dell’audizione di Mario Marchetti in commissione Cultura del Comune. È il 29 aprile 2015 quando l’ex pm viene chiamato in qualità di componente del Consiglio di indirizzo della Fondazione, un incarico che Marchetti ancora ricopre dopo una prima nomina a consigliere del Cda nel novembre 2014, sempre su indicazione del Municipio.

Quelle dichiarazioni di Marchetti tornano oggi d’attualità. Possono essere infatti considerate il ‘primo innesco’ della sequenza di fatti che il il 31 dicembre scorso ha determinato la clamorosa decisione del procuratore capo Mauro Mura di revocare al pm Giangiacomo Pilia la titolarità dell’inchiesta bis contro Massimo Zedda. Questa indagine, come noto, riguarda 17 presunti abusi d’ufficio che il sindaco, quando era presidente del Teatro, avrebbe commesso su altrettanti atti pubblici ritardando, sostiene l’accusa, l’ingresso di Mauro Meli alla guida del Lirico, a gennaio 2014.

Quel 29 aprile 2015, Marchetti viene convocato in Comune dalla presidente della commissione Cultura, Francesca Ghirra, e riferisce “di una situazione del teatro non esaltante” dopo “le iperboliche previsioni di spesa della gestione Meli”, si legge nel verbale.

In quei giorni la situazione al Lirico è la seguente: Angela Spocci è sovrintendente da due mesi. Il 30 gennaio è stata nominata dal Consiglio di indirizzo il 30 gennaio proprio in sostituzione di Meli, il cui mandato era scaduto quello stesso giorno. I rapporti tra la Spocci e i lavoratori sono stati da subito tesi. Il 14 aprile sono stati proclamati cinque giorni di sciopero. E un mese prima i sindacati avevano presentato un esposto alla Procura per denunciare “i ritardi nella programmazione” da parte della nuova sovrintendente. Sul fronte giudiziario va ricordato che  l’inchiesta bis di Pilia contro Zedda era stata già aperta (se n’era avuta notizia il 2 febbraio) e a marzo si era svolta la la prima udienza del processo contro il sindaco accusato di abuso d’ufficio per le modalità della nomina di Marcella Crivellenti.

Dunque Marchetti si presenta davanti alla commissione comunale e definisce la situazione del teatro “tra le più preoccupanti e critiche”. “Una delle più importanti ragioni di tale criticità – aggiunge – riguarda la gestione della nuova sovrintendente (cioè Angela Spocci, ndr), la quale, pur indicata dalla maggioranza del Cdi in base a un curriculum ineccepibile, si è mostrata inadatta a ricoprire il ruolo”.

Marchetti prosegue così: “Proprio ieri (cioè il 28 aprile 2015) è stata approvata la nuova stagione lirica che, sebbene si sostanzi per contenuti non esaltanti, sembra commisurata alla effettive disponibilità finanziarie della Fondazione. Sommando i contributi dei soci fondatori e gli incassi del botteghino, il teatro dispone di 19,2 milioni di euro, sicché è stato necessario ricondurre a ragione le iperboliche previsioni di spesa della gestione Meli che si attestavano a circa 27,5 milioni di euro, con un disavanzo , rispetto alle più rosee previsioni d’entrata, di 6,5 milioni”. Ancora: “Dei fondi a disposizione del teatro (cioè i 19,2 milioni), ben 15 sono destinati alla retribuzione del personale, mentre si deve far fronte alle spese della stagione lirico-sinfonica con soli 4 milioni di euro”.

Marchetti fa quindi un passaggio sulla legge Bray (l’ex ministero ai Beni culturali) e chiarisce che essa impone ai Consigli d’amministrazione (diventati poi Consigli di indirizzo) “il pareggio dei bilanci, pena l’insorgere di responsabilità erariale. Ma un tale precetto – continua – è massimamente disatteso negli anni passati, prima dell’entrata in vigore della stessa legge Bray, tanto che negli anni 2002-2003 si sono verificate esposizioni della Fondazione nei confronti delle banche per oltre 19 milioni di euro e tra il 2002 e il 2011 sono stati pagati agli istituti di credito interessi passivi per 7,8 milioni“. Marchetti ricorda che, in seguito a tale passivo, il Consiglio regionale ha approvato due leggi: una prima il 17 luglio 2012 e una successiva il 26 luglio 2013 con la quale sono stati destinati rispettivamente “10 milioni di euro per ripianare esposizioni debitorie” più “un contributo di 6,5 milioni”.

Meli è stato sovrintendente a Cagliari dall’agosto ’96 al gennaio 2004 (vedi curriculum) e poi ancora nel 2014. Proprio rispetto a quest’ultimo anno, Marchetti in audizione sottolinea ancora: “La gestione delle finanze durante tutti i dodici mesi si è mostrata insoddisfacente e opaca. A volte a insaputa del Cda e altre contravvenendo a precise deliberazioni dello stesso Consiglio, il maestro Meli, o per suo conto il direttore amministrativo, ha chiesto al Banco di Sardegna di modificare la convenzione in essere con la Fondazione, trasformando la anticipazione su contributi in anticipazione di cassa”. Ancora: il Lirico avrebbe anche ottenuto di “estendere la linea di credito da 5 a 8 milioni” e di “utilizzare le risorse del fondo vincolato, o parte di esse, per far fronte al pagamento di stipendi e Tfr relativi ai mesi di novembre e dicembre 2014”. “Queste ragioni, oltre a quanto si dirà più avanti – sottolinea Marchetti – indussero la maggioranza del Cdi a preferire la dottoressa Spocci al maestro Meli”.

Queste le dichiarazioni. Una sintesi di posizioni che sono state anche all’origine della presentazione da parte di Meli di una querela per diffamazione con la successiva iscrizione di Marchetti nel registro degli indagati.  Querela della quale si è riparlato lo scorso 16 dicembre, nell’ultima udienza del processo contro Massimo Zedda per la nomina della Crivellenti, quando Marchetti si è presentato in aula  come teste della difesa. Il Pm Pilia, proprio per via della sua condizione di indagato, ha chiesto che a Marchetti non fosse consentito di testimoniare. Ma il tribunale, presieduto dal giudice Claudio Gatti, è stato di diverso parere. Così Marchetti non solo ha testimoniato, ma ha pubblicamente ribadito le sue perplessità sulla conduzione dell’inchiesta. Perplessità che ha poi articolato nella memoria di 130 pagine inviata al procuratore capo Mauro Mura. Un documento ‘pesante’ che articola in modo dettagliato le affermazioni fatte quel 19 aprile, integrate da altri rilievi su quel che è avvenuto in seguito.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)