Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lo sport con il salvavita: battaglia per i defibrillatori

Fonte: L'Unione Sarda
11 gennaio 2016

Dopo il malore che ha colpito un ragazzo al campo dell'Ossigeno

 

 


Nei campi sportivi dell'Ossigeno non c'è il defibrillatore. Se ci fosse stato il dispositivo salvavita, Mattia Casti, il ragazzo di 21 anni di San Sperate ricoverato in coma dopo essersi sentito male durante una partita di calcio a 5, sarebbe stato soccorso prima. Ma sono ancora numerosi gli impianti sportivi senza un defibrillatore a pochi giorni dall'entrata in vigore del decreto Balduzzi, il 20 gennaio. «La norma», spiega Gianfranco Fara, presidente del Coni, «impone alle società sportive di avere un defibrillatore. Per questo si sta chiedendo una proroga per apportare delle modifiche».
MOLTE DONAZIONI Nonostante il decreto non sia ancora entrato in vigore, in Sardegna (e anche a Cagliari) si è fatto molto: il Coni, alcune federazioni (in particolare la Figc) e diversi Comuni e istituzioni hanno regalato defibrillatori da lasciare negli impianti sportivi o affidare alle società. «Ma questo», spiega Fara, «non basta per risolvere il problema. Le situazioni più a rischio sono quelle dei tornei amatoriali e delle partite tra amici: non essendoci di mezzo società sportive, difficilmente in queste occasioni si trova un defibrillatore. Per questo come Coni nazionale ci siamo mossi per chiedere una modifica al decreto: ogni impianto, campo sportivo o palestra deve avere un dispositivo salvavita e ci deve essere una persona che lo sappia utilizzare».
CAMPI SPROVVISTI Se dunque è facile (o almeno probabile) trovare un defibrillatore durante una partita di un campionato federale di calcio a 11 o di calcio a 5 (la Figc del presidente Andrea Delpin ha effettuato numerose donazioni di apparecchiature alle società, oltre a svolgere una campagna di sensibilizzazione), molto meno frequente (anzi rarissimo) è avere a disposizione il dispositivo automatico nei campi dove si svolgono tornei amatoriali e sfide tra amici. È il caso dell'Ossigeno (dove si è sentito male il giovane di San Sperate ricoverato al San Giovanni di Dio) e di tanti altri impianti.
CORSI PER L'UTILIZZO C'è poi un secondo aspetto: anche se ci fosse un defibrillatore, chi lo saprebbe usare? «Abbiamo svolto diversi corsi di formazione ai dirigenti e sportivi», fa sapere Gianfranco Fara. «È però necessario che su questo argomento si faccia chiarezza con una normativa specifica non solo a livello nazionale ma anche in campo regionale. So che l'assessorato alla Sanità si sta muovendo».
Matteo Vercelli