La riforma degli Enti locali, approdata di nuovo in Consiglio regionale dopo la pausa natalizia e un ennesimo rinvio della discussione, non piace a Confcommercio, Confindustria, Confesercenti e Confapi che trovano il provvedimento “confusionario” in materia di turismo, “considerata un’attività di serie C”.
“Combina un gran pasticcio in termini di trasferimento di competenze sul settore che prima erano proprie delle Province – sostengono le associazioni di categoria – Infatti anziché lavorare per accentrare tutto in capo alla Regione, si opera per parcellizzare una materia così importante”. La proposta è dunque quella di trasferire le competenze sul turismo alla Regione, capace di presidiare le attività sul territorio anche attraverso il personale degli ex Ept.
Le quattro organizzazioni parlano di “assurdità nella raccolta dei dati su presenze e arrivi che passerebbe dalle Province alle Unioni dei Comuni, rendendo ancora più difficile di quanto non sia oggi mettere assieme dati strategici per programmare le politiche di settore. Accade poi – stigmatizzano – che con l’articolo 63 nella sua prima stesura si attribuiscano alle Unioni dei Comuni competenze su pareri, provvedimenti e classificazione delle strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere. Come se non bastasse all’articolo 64 si mettono in campo alla Regione le funzioni di programmazione, sempre di competenza delle Province, nelle materie più disparate eccetto
che il turismo”.
Contestazioni anche sul metodo. “Il percorso di discussione del disegno di legge, contrariamente a quanto raccontato dalle relazioni, non è stato condiviso: mai nessuna commissione si è degnata di convocarci”, denunciano le associazioni di categoria.