Rassegna Stampa

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Lirico Cagliari, dopo lo tsunami sull’inchiesta bis a febbraio in aula

Fonte: web sardiniapost.it
7 gennaio 2016

 

Adesso che il pm Giangiacomo Pilia non è più il titolare dell’inchiesta bis contro Massimo Zedda per le vicende del Lirico di Cagliari, non si può non essere curiosi di capire cosa succederà in tribunale il 26 febbraio prossimo, quando il pubblico ministero tornerà in aula per il primo filone processuale, con Zedda unico imputato per il presunto abuso d’ufficio commesso nella nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente, a fine 2012. Nell’inchiesta bis, invece, Zedda è indagato: il pm lo accusa di aver commesso lo stesso reato – ancora abuso d’ufficio – attraverso diciassette atti pubblici tutti finalizzati a ritardare l’ingresso di Mauro Meli al Lirico come sostituto della Crivellenti.

La curiosità per l’udienza del 26 febbraio nasce intanto da un elemento oggettivo: la revoca di un pm come titolare di un procedimento è un fatto assolutamente nuovo nella Procura di Cagliari. Mai prima d’ora era stata presa una simile decisione. Ad accrescere l’eccezionalità dell’evento c’è poi un’altra circostanza: con quel provvedimento il procuratore capo Mauro Mura ha chiuso i suoi 48 anni di carriera giudiziaria. Il giorno dopo, il 1° gennaio 2016, è infatti andato in pensione.

C’è poi l’aspetto sostanziale: durante le udienze del primo processo, Pilia ha spesso tirato in ballo anche elementi dell’inchiesta bis. Elementi che ora, inevitabilmente, verranno letti anche alla luce della controversia che si è aperta all’interno della procura. E delle contestazione di base rivolta da Mauro Mura al suo sostituto: non aver svolto una serie di approfondimenti che gli erano stati richiesti.  Va inoltre precisato che non è ancora detta l’ultima parola. Infatti Pilia – che non ha in alcun modo commentato l’accaduto – presenterà le sue controdeduzioni al collega Gilberto Ganassi (che in qualità di facente funzioni prende il posto di Mura) il quale dovrà assumere una decisione definitiva. In astratto, insomma, è anche possibile che l’indagine-bis gli venga restituita.

Leggere quanto accaduto nella penultima udienza del 16 dicembre scorso, aiuta a capire come si è arrivati a questo punto. Un mese fa in aula, come teste citato dalla difesa, si presentò Mario Marchetti, l’ex magistrato che al Lirico è stato prima consigliere del Cda e poi rappresentante del Consiglio di indirizzo su indicazione del Comune di Cagliari. Ma il pm Pilia si oppose al suo interrogatorio perché – sostenne – Marchetti era indagato per diffamazione proprio nell’inchiesta bis. Questo a causa di una querela presentata da Mauro Meli. La richiesta fu però respinta dal tribunale (giudice Claudio Gatti) e Marchetti fu sentito. Una testimonianza nella quale introdusse alcune delle critiche alla conduzione dell’inchiesta che aveva già fatto presenti al capo della procura.

Infatti Marchetti, subito dopo aver avuto notizia di quella querela per diffamazione e dell’avvio pressoché immediato dell’indagine a suo carico, aveva scritto al procuratore della Repubblica una lettera nella quale faceva un certo quadro della gestione dell’ente Lirico dal 1999 al 2004. Sulla base di quella lettera, il capo della Procura chiese al suo sostituto di svolgere gli approfondimenti che Pilia avrebbe  in qualche misura trascurato. Inoltre Marchetti, in un secondo momento, a sostegno della sua tesi sulla gestione del Lirico, ha inviato alla Procura una dettagliatissima memoria (lunga 130 pagine) che probabilmente ha avuto un ruolo determinante nella decisione di estromettere il pm Pilia. Le voci del palazzo dicono che Mura, chiuso nel suo ufficio, abbia dedicato gli ultimi giorni della sua carriera lavorativa a esaminare il dossier e a scrivere la contestazione.

Per tutte queste ragioni il 26 febbraio prossimo, quando riprenderà il processo a Massimo Zedda – che proprio quel giorno sarà ascoltato dai giudici – c’è da aspettarsi una udienza “tesa”. Se Pilia in questa vicenda, dopo la decisione di Mura, si gioca un pezzo della sua carriera, per Zedda c’è in ballo il futuro politico. Solo se sarà assolto potrà ripresentarsi agli elettori cagliaritani. Una condanna per abuso d’ufficio, infatti, gli impedirebbe di correre per la riconferma. È uno degli effetti della legge Severino. Ed è anche la speranza – ovviamente non dichiarata – dei suoi avversari.

Alessandra Carta
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