Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quarta Regia, recupero al palo

Fonte: L'Unione Sarda
4 gennaio 2016


I fondi bloccati nelle casse della Conservatoria delle Coste - Inutilizzati i 260 mila euro stanziati dalla Regione per il restauro della torre

 

Dalla Regione alle casse della Conservatoria delle coste 260 mila euro per il recupero della Quarta regia. Sono lì, fermi da un bel po' di tempo. Più precisamente da qualche anno. Ancora inutilizzati. L'agenzia regionale, che fa capo all'assessorato all'Ambiente, aveva anche bandito un concorso di idee per scovare il miglior progetto di restauro e valorizzazione del monumento di Sa Scafa affacciato su Santa Gilla, lungo il canale d'ingresso della laguna. Lo vinsero due studenti della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, Anna Valtorta e Lorenzo Masotto.
LE IDEE Così la giuria: “La proposta suggerisce un nuovo ladscape che funge da interfaccia tra il paesaggio urbano e la costa in grado di dare vita a un progetto maturo e sostenibile. La ristrutturazione della torre sovverte con grande intelligenza l'impostazione tipologica di questo edificio e permette di inserire il nuovo programma di slow-food”. Un entusiasmo che non ha però permesso alla burocrazia di lasciarsi alle spalle il passato e scrivere il futuro per questa fetta di costa cagliaritana oggi assolutamente degradata. Dove l'Autorità portuale ha avviato, seppur ad andamento lento, la riqualificazione di una vasta zona dietro il mercato ittico all'ingrosso di viale La Plaia.
IL PORTO PESCHERECCIO «Un'area dove dovrà sorgere il porto peschereccio e dove i pescatori potranno anche vendere il prodotto appena sbarcato e magari anche quello trasformato in appositi caseggiati», ha ricordato recentemente il commissario dell'Autorità portuale, Roberto Isidori. Un programma di grande respiro per Cagliari che impegnerà non solo l'Authority ma anche il Comune, la Regione e la Conservatoria
IL FINANZIAMENTO I fondi messi a disposizione dalla Regione non basteranno a sfruttare il progetto disegnato dai due studenti del Politecnico di Milano. Serviranno soltanto a recuperare la Quarta Regia su cui anche la Soprintendenza ai Beni architettonici ha già detto la sua. Il progetto specifico è stato momentaneamente fermato con la richiesta di una correzione in corso d'opera sui lavori riservati alla piccola torre. Poi, finalmente, si potranno avviare le opere di ristrutturazione di questo monumento che rappresenta una fetta di memoria storica cagliaritana. La testimonianza di un passato dove la laguna di Santa Gilla rappresentava per Cagliari, ma anche per Assemini, Elmas e Capoterra, una grande opportunità d'occupazione.
L'EPOCA D'ORO Nel 1854 i lavoratori delle peschiere erano una folla, braccianti degli stagni che ogni giorno strappavano dall'immensa laguna, la più vasta d'Europa, cefali, spigole, orate, saraghi, vongole e anguille, quintali di prelibate anguille il cui sapore straordinario aveva conquistato estimatori in tutta l'Isola. Ben 460 erano i cagliaritani di Santa Gilla, 20 gli asseminesi, in dodici arrivavano da Elmas. Quarantasei gli adulti, affiancati da un popolo di ragazzini che non aspettavano certo l'età adulta per faticare. Quella fabbrica d'acqua, poi, produceva ricchezza: 17 mila quintali di pescato all'anno a metà dell'Ottocento, crollati a tremila negli anni Sessanta.
Il resto l'ha fatto l'industrializzazione, e il colera negli anni Settanta. Così oggi a Santa Gilla lavorano 120 lavoratori diretti iscritti alle cooperative del Consorzio ittico e un consistente numero di abusivi.
IL PESCATO La torre della Quarta Regia è una costruzione innalzata su un insediamento preesistente, forse di epoca aragonese. Iniziò a essere utilizzato quando ai pescatori che operavano nella laguna di Cagliari si cominciò a richiedere il conferimento della quarta parte del pescato. Un balzello che impoveriva ancora di più il proletariato del mare e degli stagni. In epoca spagnola le peschiere vennero riorganizzate ma non cambiavano certo le condizioni per i lavoratori. Il canone d'affitto si chiamava arrendu (dallo spagnolo arrendar), e ancora una volta si trattava di una gabella corrispondente alla quarta parte del pescato. Cancellata definitivamente nel 1956.
Andrea Piras