Rassegna Stampa

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Orto e Anfiteatro: giù muro. Ecco un padiglione

Fonte: web cagliaripad.it
28 dicembre 2015

 

Il Comune chiede alla Regione i fondi per un progetto innovativo: l’abbattimento della parete tra area archeologica e antico giardino e la realizzazione di una grande struttura in cemento. Per il più grande parco storico della città
Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it


 

“Il collegamento dell’anfiteatro romano coll’orto botanico è in studio e al riguardo i propositi del Comune e della Sovrintendenza ai monumenti sono tali da farci ritenere che a breve vedremo attuata quest’opera”. L’ottimismo è di Dionigi Scano che nel 1934 dava per imminente il collegamento tra l’antica arena e l’orto e la nascita di un grande parco cittadino. Ma quasi un secolo dopo i due gioielli della città, uno del Comune e l’altro della Regione, sono ancora divisi. Oltretutto da un muro pericolante. E solo ora, spunta un nuovo, innovativo, progetto che, verrà discusso in consiglio comunale alla ripresa dei lavori nel 2016 e che potrebbe scatenare polemiche: la richiesta alla Regione di un finanziamento (calcolati 2 milioni e mezzo di euro circa per completare l’opera) per l’abbattimento del muro e la realizzazione di un grande padiglione. Il punto di partenza di un progetto più ampio che si propone, negli intenti dell’amministrazione, attraverso la riqualificazione del muro di confine coi giardini del San Giovanni di Dio e la riprogettazione dell’ingresso (quello laterale) dell’orto botanico di viale Sant’Ignazio, di aprire alla città un polmone verde di 11 ettari, oggi isolato, spezzettato e, in parte, degradato dando così vita al più grande parco storico naturalistico della città

Il padiglione. Il progetto si chiama al “Nuovo padiglione di collegamento tra l’area archeologica dell’anfiteatro e l’Orto Botanico” e propone la sostituzione di un tratto del muro perimetrale dell’Orto Botanico nella parte al confine con l’Anfiteatro romano. Il muro esistente, nonostante i recenti restauri, è ancora sorretto da alcuni puntelli provvisori e senza interventi decisivi la spinta del terreno nell’area dell’Anfiteatro potrebbe farlo crollare. La parete demolita sarà sostituita da un nuovo padiglione, costituito da due parti che si sormontano. Il primo elemento sarà realizzato interamente all’interno dell’area dell’Anfiteatro e orientato ortogonalmente all’acquedotto romano, in modo da non danneggiare le piante all’interno del perimetro dell’Orto Botanico (in particolare un esemplare maestoso di Schinus Molle L. detto “Falso pepe”) che cresce proprio a ridosso dell’attuale recinzione.

Questo primo elemento, lungo circa 40 metri e costruito in calcestruzzo bianco con una sezione a “C” aperta verso l’Anfiteatro, ospiterà un antiquarium e potrà accogliere pannelli descrittivi delle opere e informazioni turistiche. Il secondo elemento, ortogonale al primo, correrà per circa 30 metri parallelamente alla struttura romana e in prosecuzione del “Museo Botanico” (che ne ingloba una parte). Si tratta di una copertura leggera in legno e acciaio sorretta da pilastrini metallici esili. Il fondale del padiglione è costituito dal muro di roccia naturale, punteggiato dalle piante di cappero spontaneo e dall’acquedotto. Il pavimento è costituito da una pedana in legno dalla quale si accede alla rampa che conduce all’Anfiteatro. Un portone scorrevole consentirà di chiudere l’accesso. La copertura parallela all’acquedotto romano costituirà un accompagnamento naturale del percorso lungo la promenade “Leschiutta” (la passeggiata al confine tra Orto e ospedale San Giovanni di Dio che prende il nome dal nome dell’architetto romano che ha progettato le opere recenti dell’antico giardino) e concluderà l’itinerario all’ interno della grande area verde. Al di sotto potranno essere ospitate statue e composizioni vegetali di particolare pregio o ospitare mostre temporanee.

Vantaggi e rischi. L’asse di connessione tra Orto e arena romana non avverrà sull’asse del giardino ma in posizione più defilata, precisamente lungo il confine col San Giovanni di Dio, dove si trova un tratto dell’antico acquedotto romano. Questo permetterà tutta una serie di vantaggi: la promenade “Leschiutta” diventa percorso urbano di attraversamento della città, la linea d’acquedotto romano viene liberata e valorizzata. E vengono messi in evidenza il ruolo del complesso “Pozzo romano e Fontana Pampanini” e del “Museo botanico”. Nelle carte una rassicurazione: il padiglione non andrà ad invadere aree occupate da Piante monumentali. Ma lascia più di qualche perplessità l’assunto che la struttura, a pochi passi dalle gradinate romane e dal sistema di canali e cisterne romane dell’orto, andrà ad insistere “su un suolo apparentemente privo di interesse archeologico”.

Il grande parco. Il progetto complessivo è più ampio. Oltre al padiglione, previste, in futuro, la riqualificazione del muro di contenimento tra l’Ospedale Civile e l’Orto (e le aree limitrofe da trasformare in luoghi pubblici), e la riprogettazione dell’accesso all’Orto Botanico. Non solo. Più avanti l’Orto botanico verrà riorganizzato (percorsi interni e recinzione), saranno ridefiniti i percorsi interni e le strutture minime per gli spettacoli dell’Anfiteatro e risistemate le aree di margine e la recinzione su viale Buoncammino. Previsti un collegamento meccanizzato tra gli spazi verdi del San Giovanni di Dio e il Palazzo delle Scienze e la risistemazione dell’area dell’ex-Ospedale militare di San Michele da collegare con il Parco botanico-archeologico. Infine la riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’ospedale San Giovanni di Dio.

Verrà cossi riorganizzata la parte di città compresa tra l’Anfiteatro romano, l’Orto Botanico, l’Ospedale Civile e il convento di San Michele (l’ex ospedale militare di via Azuni) vasta quasi undici ettari, l’equivalente dell’intero quartiere Castello. Anche perché, nonostante sia incredibilmente ricca di qualità e fascino, questo prezioso tassello è penalizzato dalla frammentazione, della chiusura e dell’isolamento in cui si trova e per il degrado che lo caratterizza. E l’obiettivo è quello di realizzare il più grande ed importante parco storico-naturalistico della città.

Sovrintendenza. Si tratta tuttavia di un intervento imponente per la delicatezza paesaggistica del contesto. Il Comune tuttavia è ottimista. Perché nel documento di indirizzo generale per la riqualificazione, restauro e riconfigurazione delle strutture per la fruizione dell’Anfiteatro romano, approvato dall’amministrazione comunale di Cagliari, vengono articolate le scelte e le proposte del Comune condivise con la Soprintendenza Archeologica, in relazione alla tutela e alle funzioni del “Parco Archeologico dell’Anfiteatro romano”. In particolare: “si propone come modello museale all’aperto, percorso integrato nel verde cittadino, sistema produttivo culturale. Le nuove esigenze e i nuovi fabbisogni… hanno disegnato un quadro dal quale emerge con forza la necessità di riconsiderare il monumento ed il suo contesto allargato più appropriato, superando le cesure artificiali fra il monumento e le sue propaggini e ripristinando nuove, ma antiche, possibilità di attraversamento e collegamento a tali connessioni (ramo di acquedotto sino alla cisterna dei Cappuccini e Orto botanico”. E per l'amministrazione il nuovo padiglione è un tassello in “totale continuità con le azioni di recupero dell’Anfiteatro romano”.

Comune. “La zona della valle di Palabanda, se vi si comprende anche l’Ospedale Civile e quello di San Michele, è estesa undici ettari, pressappoco quanto l’intero quartiere Castello. Ma nonostante l’estensione notevole e le potenzialità straordinarie, sino ad oggi è stata un’area poco valorizzata, costituita da pezzi ben distinti e separati da muri: di qua l’anfiteatro, di là l’Orto Botanico, ancora da un’altra parte gli ospedali e la villa di Tigellio. Spesso con difficoltà di fruizione per cittadini e turisti”. Così Andrea Scano, presidente della Commissione Urbanistica, riunitasi in seduta straordinaria mercoledì pomeriggio per esaminare una proposta di delibera che “restituirà continuità tra l’Anfiteatro e Orto Botanico, consentendo di creare un varco nell’attuale muro che separa questi due luoghi di grande interesse e creando percorsi di visita e di attraversamento pedonale. Per il futuro si pensa anche ad un sistema di bigliettazione unico (da concordare con l’Università che, è bene ricordarlo, gestisce l’Orto) per poter accedere e visitare, magari con l’ausilio di una guida, entrambi questi luoghi, ricchi di riferimenti storici, culturali e naturalistici”.

Gli uffici, la giunta e la commissione competente hanno premuto sull'acceleratore per poter redigere ed approvare questa delibera in tempo utile. Si avvale di un contributo della regione tramite la LR 29 che copre sino al 60% delle spese previste. Tra l’altro,prevede di valorizzare e rendere fruibili i resti delle opere idrauliche (canalette, cisterne …) della Karalis punica e romana di cui quest’area fu il centro.

Il progetto però non costituisce un episodio a sé stante. E’ un importante tassello di un progetto più ampio, “un elemento di una visione più generale di ricucitura degli spazi urbani presente nel Piano Particolareggiato del Centro Storico che abbiamo adottato di recente, dove si parla del Parco Centrale di Buoncammino - Anfiteatro”, precisa Scano.

In tutta l’area circostante sono già a buon punto i vari programmi di riqualificazione. L’Orto dei Cappuccini e il viale Buoncammino sono in avanzata fase di esecuzione, la scarpata di via Fiume è stata sistemata mentre i lavori all’Anfiteatro stanno per partire.

“Ciò che stiamo approvando non è un intervento spot ma, al contrario, si inserisce in una strategia complessiva che mira a dare qualità al paesaggio urbano. Tutto ciò favorirà anche la fruizione turistica di Cagliari, contribuendo a creare posti di lavoro”, conclude Scano.