Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Dimitris Papaioannou: «La ricerca è ossessione»

Fonte: La Nuova Sardegna
3 dicembre 2015

 


Domani e dopo il mito di Sisifo in “Still Life” al Massimo di Cagliari
di Paolo Curreli
 

CAGLIARI. Un appuntamento con una personalità artistica riconosciuta a livello internazionale apre domani il dicembre di Cagliari Capitale Italiana della Cultura 2015. Dimitris Papaioannou, artista greco, noto al grande pubblico per la direzione artistica e la regia delle cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Atene, presenta per la prima volta in Sardegna – e seconda data italiana dopo la presentazione ad ottobre alla Triennale di Milano –, uno degli spettacoli più interessanti della scena contemporanea: domani e dopodomani al Teatro Massimo va in scena “Still life” il suo ultimo lavoro.
Tappa di una tournée internazionale che dopo il debutto ad Atene, è giunta in Francia aprendo la stagione di danza del Théâtre de la Ville di Parigi. Un lavoro che mette al centro il Mediterraneo culla della nostra cultura attraverso un linguaggio contemporaneo e sempre universale. La Grecia nonostante il terremoto sociale ed economico rimane protagonista di rilievo in tutte le discipline artistiche, dal cinema alle arti visive un esempio di questa vitalità è il lavoro di Dimitris Papaioannou.
I miti della tradizione classica parlano ancora all’uomo di oggi?
«Assolutamente sì e lo faranno sempre. I miti classici comunicano attraverso l’archetipo, Narciso non ci parla di se stesso, naturalmente, ma racconta il narcisismo col quale ci confrontiamo anche nei giorni nostri. Come la psicoterapia –che utilizza questi miti per spiegare la condizione umana– io mi i riferiscono alla mitologia estraendone dei micro concetti per costruire il senso dei miei lavori».
E Sisifo in questo caso, da cui prende spunto il suo ultimo lavoro “Still Life”, cosa rappresenta per lei questo mito che ci racconta di un uomo punito a una eterna fatica dagli dei che aveva sfidato?
«Sisifo è il lavorio eterno, una metafora della condizione umana e immortale; la punizione infinita. La connessione proviene dalla rilettura di Albert Camus, dove il mito è il simbolo che costruisce significato e senso attraverso l’archetipo. La punizione di Sisifo è la metafora della condizione di ricerca eterna. Una condizione in cui la ricerca diviene ossessione nel tentativo infinito di sovrastare la materia, di innalzarsi al di sopra di essa».
Come vede il Mediterraneo dei nostri giorni?
«Un campo di battaglia. Una natura in conflitto perenne contro l’uomo, una natura nemica dell’umanità».
Nel mondo contemporaneo delle relazioni virtuali cose è per lei la fisicità?
«Appartengo a una generazione e vengo da un mondo dove la manualità era molto presente, io ho stesso ho studiato pittura e scultura – usando le mani naturalmente– mio padre era un operaio ed era una persona molto “fisica”. Ho avvertito un senso di solitudine quando crescendo ho realizzato che si stava perdendo l’artigianato, il lavoro con le mani. Una perdita non in senso nostalgico però, amo molto la tecnologia contemporanea e ne sono affascinato, ma c’è una formidabile meditazione e un pensiero che cresce e si forma con la creazione materiale, mi dispiace che si perda proprio questa dimensione meditativa, la fisicità, la vicinanza rendono sempre le persone migliori».
Trae ispirazioni dalle arti visive classiche alla luce della sua formazione?
«Nel mio lavoro prendo ispirazione solo dalla vita non da quello che hanno fatto altri in passato. Però in questo processo creativo legato alla vita mi appaiono le opere dei grandi artisti. Vedo gli elementi che mi interessano, che mi attraggono e diventano riferimenti. Amo l’arte proprio perché mi aiuta a capire la vita. Tutto questo perché nasco come artista visivo, come ho detto ho fatto anche il pittore».
La Sardegna terra mitologica e mediterranea?
«Stiamo lavorando

tanto in questi giorni per l’allestimento di Still Lif, sono tutti gentili e mi sento davvero a casa mia, non abbiamo avuto il tempo libero che occorre, ma non vedo l’ora di avere una macchina a disposizione per esplorare il territorio, sono sicuro che incontrerò le grandi pietre di Sisifo».