LA PROPOSTA.

Un testo del Pd punta a garantire uguali opportunità per uomini e donne

La Sardegna non vuole restare indietro sulle pari opportunità di genere. Nonostante il naufragio, nella scorsa legislatura, della norma sulla doppia preferenza, ci si riprova con un testo che non si occupa della presenza delle donne nelle istituzioni, ma crea tre nuovi strumenti: il bilancio, le statistiche e la medicina di genere. Nata dal lavoro della commissione Pari opportunità del Comune di Cagliari e del Comitato regionale pari opportunità dell'ordine degli avvocati, la proposta di legge è stata presentata in Consiglio regionale dal gruppo del Pd, primo firmatario Pietro Cocco. Il testo punta a inserire la Sardegna tra le Regioni virtuose, dopo la Toscana e l'Emilia Romagna.
«Vogliamo iniziare a istituire una politica basata sul doppio binario», ha spiegato Cocco, «da un lato le azioni positive per abbattere le discriminazioni e, parallelamente, la programmazione di azioni in un'ottica di gender mainstreaming (strategia di genere), cioè azioni di sistema che mirano a trasformare l'approccio culturale delle politiche regionali». Il capogruppo si è anche impegnato a presentare un nuovo testo per la parità di accesso alla vita politica e alle cariche pubbliche.
Nella proposta di legge, firmata da una sola delle quattro donne elette nell'assemblea sarda - Rossella Pinna del Pd - c'è il bilancio di genere, strumento che permette la valutazione dell'impatto delle politiche di bilancio su uomini e donne, con l'obiettivo di ristrutturare entrate e uscite per una maggiore equità, efficienza e trasparenza dell'azione pubblica rispetto alle pari opportunità. Stesso scopo per l'introduzione della medicina di genere nel piano sanitario regionale, con distinzioni in base al genere nella ricerca e nelle cure mediche.
Prevista anche una banca dati dei saperi delle donne da pubblicare sul sito web della Regione, con i curriculum delle donne nate in Sardegna, utile in caso di nomine e designazioni.
Marzia Piga