Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'infinita estate del Poetto

Fonte: L'Unione Sarda
9 novembre 2015


Tra operai, ciclisti e bagnanti il lungomare si è rigenerato - Entro la fine dell'anno saranno sistemati i bagni pubblici e chiuso l'accesso alle auto

 

Che sia cambiato ormai se ne sono accorti anche i muri. E che sia migliorato non ci sono dubbi, almeno a sentire chi, al Poetto, ci vive e ci lavora tutti i giorni: i blocchi prefabbricati per i bagni sono già in posizione, l'intero lungomare cambierà colore nei prossimi giorni prima di vietare il transito alle auto. Insomma, la passeggiata più amata della città avrà il suo volto nuovo e definito. Ciò che sarà lo si può comunque intravedere.
TUTTI AL MARE Alle otto e mezzo di ieri, tra ciclisti, podisti, camminatori e bagnanti, sia pure distribuiti sul viale e sulla spiaggia, sembrava quasi estate. Nelle verande dei chioschi, i clienti sorseggiavano un cappuccino guardando il mare. Ecco, il mare, appunto, e l'arenile, giusto quelli che attirano i cagliaritani da sempre. Anche quando c'erano i casotti e i colibatteri fecali, storia vecchia di trent'anni (nel 1984 la demolizione tra le proteste dei proprietari). E anche dopo il discusso - non solo al bar ma pure in Tribunale - ripascimento che aveva cambiato colore alla splendida spiaggia cittadina che fa tanto Rio de Janeiro.
APPREZZAMENTI Oggi, è davvero un'altra cosa. «Per me - dice convinta Elisabetta Piras - qui è bellissimo. Hanno fatto le cose per bene e si vede. Vengo spesso e mi fa davvero piacere, non c'è confronto rispetto a com'era prima». Più scettico il marito, Giorgio Pilleri, che apprezza con riserva: «È un eterno cantiere - osserva - certo quando tutto sarà finito sarà bellissimo. Sugli interventi in generale mi aspettavo qualcosa di meglio. È vero, è più ordinato, fra un po' sul lungomare non passeranno più le auto e sarà più piacevole fare quattro passi».
LAVORI IN CORSO Intanto, nel cantiere aperto, una squadra di operai traccia le strisce pedonali, un'altra ripulisce l'asfalto (che sarà modificato a breve) mentre una macchina aspira pietruzze e polvere per preparare il fondo, un'altra ancora copre la sabbia con una rete di canapa a un metro dal cordolo del marciapiede (per evitare che i granelli finiscano sulla strada). In questi giorni, peraltro, sono stati sistemati due grossi parallelepipedi di cemento armato a ridosso della spiaggia, ne seguiranno altri. Sono i manufatti che ospiteranno i bagni pubblici, altra carenza secolare del Poetto ora in fase di risoluzione.
I BAGNI PUBBLICI «Chiaro - spiega un tecnico comunale - che bisognerà attendere per vederli in funzione: servono gli impianti idrici, fognari ed elettrici. Ma ormai è questione di un paio di mesi, forse addirittura entro l'anno si dovrebbero poter aprire». Il problema, avvertito da sempre, è stato sentito maggiormente qualche settimana fa in occasione del South Coast Surf Challenge, una gara che ha attirato alcune migliaia di persone sulla spiaggia per assistere alle evoluzioni sulla tavola. Per fortuna, i servizi igienici dei nuovi chioschi hanno sopperito egregiamente.
I CHIOSCHI Già, i chioschi, una ventina, tutti uguali dal punto di vista architettonico (si differenziano solo dal nome e dagli arredi interni). È stata un'altra grana per Comune, concessionari e Prefettura. «Lasciamo perdere i disagi che abbiamo patito per oltre due anni - esordisce Luciano Spiga dell'Oasi Cafè - adesso pensiamo solo a lavorare. Personalmente non mi dispiace che i locali siano esteticamente uguali, l'uniformità in questo caso non mi spaventa. Quello che conta, alla fine, è la professionalità di ognuno di noi, sarebbe come se i piloti di Formula 1 corressero tutti con lo stesso motore, l'ordine di arrivo non li vedrà mai insieme».
IL BAGNO Alle dieci e mezzo, qualcuno decide che è arrivato il momento del bagno e, dopo pochi passi sulla battigia, si tuffa in acqua manco fossimo ad agosto. Va bene, è l'estate di san Martino e la temperatura oscilla tra i 23 e i 25 gradi, non proprio pochissimi a novembre. E poi rispetto all'estate vera, in spiaggia non c'è un ombrellone. D'altronde, che bisogno ci sarebbe di una protezione da questo sole dolce che riscalda ma non brucia.
Vito Fiori