Rassegna Stampa

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Perchè Castello sta morendo? Storia di un degrado inarrestabile

Fonte: web Castedduonline.it
19 ottobre 2015

 


Il cuore del nostro centro storico batte sempre più piano: scappano i giovani, mancano i collegamenti, pezzi di storia restano tristemente isolati, la movida è un ricordo. Come rilanciare un quartiere moribondo?

Autore: Sergio Atzeni il 18/10/2015 12:01

 


Castello: un degrado e abbandono inarrestabili. Il quartiere Castello ormai ha toccato in fondo dopo secoli di splendore quando i nobili, le più alte cariche dello stato e della città risiedevano dentro le sue mura.

Gli scarni numeri di oggi sono i testimoni di questo discesa inarrestabile: 1733 abitanti (fonte Comune di Cagliari) dei quali 356 fino a 29 anni, ben 1068 tra i 30 e 64 anni e 308 oltre i 65 anni. Una popolazione che nel quartiere non può avere nulla per la sua sopravivenza.

Quasi un sesto è giovane e non ha certo un futuro lì dove vive che è destinato quindi ha diventare un deserto di vecchie abitazioni.

E pensare che fino alla fine del ‘800 le più importanti attività artigianali e commerciali si svolgevano all’interno dei suoi confini perché solo lì i si concentrava e si sviluppava la maggior parte dell’economia cagliaritana. Naturalmente dentro il quartiere erano ubicati tutti gli uffici pubblici compresa la sede del palazzo civico. Fu ottone Bacaredda, il sindaco molto amato dai Cagliaritani, che governò Cagliari per oltre 20 anni, a decidere che il capoluogo doveva uscire dal mondo ristretto di quel quartiere e conquistare la pianura sottostante. Nel 1896 si diede il via alla costruzione del nuovo palazzo civico in via Roma e da lì inizio la migrazione degli abitanti di Castello verso la Cagliari che si stava disegnando e soprattutto verso la zona di San Benedetto.

In Castello si ebbe un cambio generazionale decisivo perché le case lasciate libere dai nobili e dall’a alta borghesia vennero occupate dalla fascia meno abbiente cittadina progressivamente fino a oggi nonostante timidi ritorni di famiglie agiate. Ora la realtà e sotto gli occhi di tutti perché le attività commerciali e artigianali praticamente stanno scomparendo da Castello e poche resistono. Questi i dati che fanno pensare e preoccupare: 8 piccole strutture ricettive, 24 uffici e agenzie professionali, 2 negozi commerciali, 1 farmacia, 14 attività artigianali, 9 bar caffè e due negozi alimentari.

Dei numeri che da soli disegnano un quartiere abbandonato a se stesso dove resistono degli imprenditori dotati di indubbio coraggio. La rinascita di Castello passa sicuramente attraverso la zona pedonale e con l’incentivazione reale delle aperture di attività artigianali commerciali con esenzione da imposte e tasse ma anche con l’organizzazione continue di manifestazioni in piazza di tutti i genere da leggere a più impegnate.

Un bene storico, ma anche architettonico, di quella portata non può essere lasciato dall’amministrazione comunale al suo destino. Per fare tutto ciò appare necessario creare una commissione comunale che sia responsabile dell’organizzazione e dell’incentivazione delle attività in Castello, che abbia dei fondi a disposizione ma, ancora più importante, delle idee da mettere in campo per farlo rivivere.