Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bello e inaccessibile Castello sempre più isolato dal resto della città

Fonte: L'Unione Sarda
19 ottobre 2015

Ascensori fermi, scale chiuse, pochi parcheggi ma è boom di turisti


Piazza Costituzione: i crocieristi innalzano gli smartphone a inquadrare la bellezza abbagliante del Bastione di Saint Remy. Inespugnabile: da sette mesi la scalinata è chiusa per via dei lavori in corso. Impossibile prendere gli ascensori: gli impianti sono fuori uso. Non resta, per chi ha fiato e gambe buone, che scarpinare su per via Mazzini e attraversare la Porta dei Leoni.
INCUBO AUTO Per i residenti non va meglio. Essere muniti di auto, a Castello, non è sinonimo di vita facile. Anzi. Piazzetta Mafalda di Savoia: il Suv arriva e si ferma in uno degli stalli per disabili. Ne scende una donna sulla quarantina, apre il bagagliaio: dentro, buste della spesa. Nome? No grazie: sarebbe in contravvenzione. «Qui il parcheggio è un problema», si giustifica: «Ci arrangiamo. Entro mezz'ora devo tornare al lavoro, spero che non mi mettano la multa. Pago l'abbonamento al multipiano di viale Regina Elena, ma con gli ascensori fermi, praticamente butto 70 euro al mese: non lo uso». Dopo aver lasciato l'auto lì, la signora dovrebbe fare a piedi un giro mostruoso, su fino alla rotatoria, via Badas, piazza Arsenale. Sì, in piazza Indipendenza i parcheggi sarebbero riservati ai residenti: «Ma nessuno controlla», giura, «ci parcheggia chiunque». Sì, a Castello non c'è un bancomat, un'edicola, un ufficio postale, per fare la spesa e qualsiasi commissione occorre scendere a valle; ciononostante è felicissima di essere venuta a vivere qua: «È un quartiere magico».
CROCIERISTI Lo sanno bene i turisti, che è magico: nei giorni in cui al porto attracca una nave da crociera, è qui che vengono a sciamare, a piedi o sui segway (i monopattini elettrici), incantati dalla Cattedrale, dalla Cittadella dei musei, dalle viuzze e dagli alti palazzi che raccontano secoli di storia, e affollano le botteghe di delicatessen, artigianato, abbigliamento. Prendere l'aperitivo ai tavolini del De Candia o nella terrazza panoramica del Caffè delle Arti, certe mattine, è un'esperienza internazionale. Certo, gli stranieri restano spiazzati quando scoprono che l'infopoint di piazza Indipendenza è chiuso. O che prelevare qualche euro per pagare il conto al bar è una mission impossible .
VIA VECCHI E BAMBINI E loro sono in vacanza. Per chi a Castello ci vive, invece, le difficoltà sono quotidiane e, a lungo andare, esasperanti. L'atlante demografico del Comune parla chiaro: fino alla timida inversione di tendenza l'anno scorso, c'è stata una cospicua emorragia di residenti (1.413 nel 2014). Diversi, invece, i B&B e gli affittacamere aperti di recente. Fra chi resta qui a vivere, la maggior parte è single (60,7%). Pochi, rispetto alle medie cittadine, gli under 14 (9,6%) e gli over 65 (18,9%). Essere anziani o avere bambini, a Castello, può rivelarsi complesso.
NIENTE BUS Un esempio. Da marzo scorso, quando è stato aperto il cantiere al Bastione, la linea 7 del Ctm non passa più per il quartiere perché, spiegano dall'ufficio relazioni esterne dell'azienda, l'autobus avrebbe difficoltà di manovra. «Era utile», spiega Gino Sulis, pensionato: «Passava ogni mezz'ora». Lo usavano soprattutto gli anziani: ora sono più isolati. Nei mesi scorsi, B&B e affittacamere si sono dotati di un proprio servizio navetta, affittando mezzi privati. Tuttavia, fa notare Maria Graziella Cugusi, titolare dell'unica farmacia del quartiere, in via Lamarmora, mentre il bus fa fatica a fare manovra, «i camion dei nostri fornitori e dei corrieri continuano a circolare tranquillamente».
CHIUSURE Vita complicata per i commercianti, quassù. Elisabetta Cherchi a Castello c'è nata, ci ha vissuto fino a sette anni fa e continua a lavorarci: suo marito, invece, qualche anno fa ha dovuto chiudere l'ultima bottega da calzolaio del quartiere: «Raggiungerci è difficile». La farmacia, per dire, non fa i turni di apertura notturna: «A mezzanotte, a Castello scatta la Ztl, aprire sarebbe inutile», spiega la titolare. «Sembra che sia una politica precisa, quella di fare in modo che il quartiere si svuoti e resti solo una meta turistica», conclude Cherchi.
Marco Noce