Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In piscina nuota il degrado

Fonte: L'Unione Sarda
13 ottobre 2015


Da fiore all'occhiello del rione a casa di topi e zanzare 

L'impresa è fallita: la struttura di via Mandrolisai resta un'eterna incompiuta

 


È arrivata pure l'acqua, nella piscina fantasma di via Mandrolisai. Nessuna inaugurazione dell'incompiuta, però: la pioggia è filtrata mese dopo mese, anno dopo anno. E così, la vasca da venticinque per sedici metri della struttura comunale è diventata un pozzo stagnante. Tuffi proibiti nell'acqua che non è certo trattata con il cloro: gli aspiranti nuotatori, non solo del quartiere di Is Mirrionis, aspettano da tempo. Entrare è facile, anche se l'ex custode prova sempre a rattoppare la rete metallica, c'è chi ogni tanto apre qua e là un varco con le tronchesine. Uno dei tanti accessi, semplice da superare, porta al cortile esterno. Semplice infilarsi nell'impianto da una delle porte laterali, con un po' di agilità: lo sa bene chi ha saccheggiato il centro sportivo, portando via i cavi di rame. Con i ladri è entrata pure l'acqua, attraverso uno dei finestroni, scivolando all'interno della piscina e lasciando una scia di muschio.
BUCO NELL'ACQUA Un'impresa fallita, un contratto con il Comune diventato cartastraccia tre anni fa per «negligenza nell'esecuzione dei lavori», dopo vari ultimatum arrivati dal Municipio. Risultato: «Oggi qua c'è un campo nomadi». La voce di Mario Meloni si confonde in mezzo al coro dei residenti. Sono tutti indignati, come Valentina Murgia che dal balcone della sua casa di via Campeda preferisce chiudere gli occhi per non vedere ogni santo giorno il degrado: «È un peccato, eppure si parla di questo progetto da quando io ero piccolina. Ora ho 45 anni. I miei figli frequenterebbero l'impianto. Quando sono iniziati i lavori, in questa zona abbandonata a se stessa, abbiamo gioito. Siamo stati ottimisti. E meno male che il vecchio custode Antonello Pilloni, quando può, dà una sistemata».
TUFFO POSSIBILE Non dite a Gianni Chessa, consigliere comunale e segretario cittadino del Psd'Az, che qualcuno ha perso la speranza: «Ho sempre creduto in questo progetto, fin dal 2002, quando la piscina non era prevista, e l'intenzione era quella di realizzare sei campi di calcetto. Ai tempi ero riuscito a far annullare la delibera». I lavori, finanziati con oltre due milioni di euro, nel 2009 avevano acceso l'entusiasmo dei cittadini. «Poi una delle ditte che seguiva il cantiere è fallita, il Comune non ha nessuno colpa, non ha potuto fare altro che rescindere il contratto». La piscina non è stata dimenticata, garantisce Chessa: «Ci siamo quasi, una nuova gara è stata bandita in project financing, chi vincerà si accollerà l'onere delle opere interne e si occuperà della gestione, sul Comune graveranno i lavori dell'esterno. Le buste sono in fase di apertura, il cantiere riaprirà presto».
IL DEGRADO Nell'attesa, chi percorre il lato che si affaccia in via Mandrolisai è costretto a vedere rifiuti di ogni genere, in mezzo alle erbacce e ai rami secchi. «Nella stagione estiva il rischio incendi è altissimo - dice Paolo Secci - e infatti è capitato di avere le fiamme praticamente sotto casa». Altri residenti perdono la pazienza per gli sprechi e per la presenza di topi e zanzare, che proliferano in una delle sale seminterrate degli impianti. Qua c'è oltre un metro d'acqua, dove galleggia il polistirolo del cantiere. Nel vascone della piscina si riflette la copertura in legno, ancora nuova, a parte qualche punto critico dove ci sono infiltrazioni. Le porte dei bagni, invece, sono scomparse, rubate: quello che si poteva portare via è stato saccheggiato.
Mariangela Lampis