Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«C'è in gioco la città dei prossimi decenni»

Fonte: L'Unione Sarda
9 ottobre 2015

Il presidente della Commissione Urbanistica Scano

 

 

«Non riguarda soltanto il centro storico: è un Piano che detta le linee di sviluppo della città intera per i prossimi decenni». Andrea Scano, presidente della Commissione Urbanistica, accompagna da anni il viaggio del Piano particolareggiato del centro storico verso l'approvazione: audizioni, incontri, esami, integrazioni, studi. «Ma ora ci siamo, l'approvazione è ormai vicina».
È la prima pianificazione - osserva Scano - «pensata nell'ottica del Piano paesaggistico regionale». Tradotto: «Significa massima attenzione al paesaggio come valore culturale, identitario ed economico. Cagliari si giocherà molto del suo futuro grazie alla capacità di essere sino in fondo città turistica e della cultura». Partendo da un atteggiamento: «Riconoscendo e valorizzando un centro storico ricco di potenzialità e assai esteso. Mettendo in relazione la città col mare e con l'area vasta. E riconoscendo nei fatti l'enorme risorsa costituita dalle migliaia e migliaia di studenti universitari presenti».
Il Piano separa gli aspetti legati alla “conservazione” dei beni con quelli legati alle possibili “trasformazioni”. Scano: «Una visione eccessivamente museale e ormai anacronistica interpreta i piani per i centri storici come strumenti utili a fotografare lo status quo, ingessando e bloccando qualsiasi mutamento. All'opposto, altre visioni consentirebbero quasi ogni trasformazione, senza alcun rispetto per i valori culturali e paesaggistici dei luoghi». Il Piano votato l'altra sera in Aula «detta invece norme chiare, consentendo dove possibile alcune trasformazioni che dovranno ovviamente essere compatibili con il contesto e tendere alla massima qualità architettonica e urbanistica». L'esponente della maggioranza è certo che «già a partire dal 2016 i cittadini potranno toccare con mano le positive novità che stiamo per mettere in campo». Sarà «più facile utilizzare gli edifici esistenti, con tutti quegli accorgimenti che renderanno le case più vivibili e commerciabili». Sarà inoltre possibile «garantire un uso pubblico ad alcuni dei pochi spazi liberi superstiti».
Il Piano non sarà un “corpo rigido e immutabile”. «Per sua natura si presterà a possibili migliorie, a un'opera di manutenzione continua e costante». (p. p.)