Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Grandi fabbriche per l'innovazione

Fonte: L'Unione Sarda
9 ottobre 2015

 

La filosofia del Piano è un cambio di prospettiva: se nell'800 sedi importanti come ospedali, prigioni e caserme venivano costruite in periferia, oggi la fine della loro funzione storica (si pensi all'ex carcere di Buoncammino) offre un'opportunità da sfruttare: per esempio con il loro recupero e riuso. Da edifici dell'esclusione , le vecchie sedi storico-istituzionali diventeranno - è il senso del Piano particolareggiato del centro storico che ha avuto un nuovo via libera l'altra sera dal Consiglio a palazzo Bacaredda - potranno diventare città nella città , luoghi collettivi adatti a molti impieghi. La strategia del Piano è riassunta nel capitolo delle “Grandi fabbriche”, «dismesse o in dismissione o che necessitano di una riqualificazione». È scritto nel documento del Comune: le Grandi fabbriche (visione che coniuga la “staticità degli edifici che le ospitano” e il “dinamismo da laboratorio che le dovrà caratterizzare”) si trasformeranno in «condensatori di creatività artistica e tecnico-scientifica e luoghi di fertilizzazione tra città e università».
IL RIUSO Obiettivi del riuso sono l'ex carcere del Buoncammino (Grande fabbrica del Parco urbano della conoscenza), gli Ospedali di Stampace (il San Giovanni di Dio e il vicino ospedale militare di San Michele, presidio della salute e della socialità), il complesso delle ex cliniche universitarie sopra Stampace (ex Pediatrico-Macciotta-Aresu, Distretto della conoscenza), il Palazzo delle Scienze (Grande fabbrica della scienza), l'ex Manifattura Tabacchi (Grande fabbrica della creatività e dell'innovazione).
L'EX CARCERE DI BUONCAMMINO L'ex prigione dovrebbe diventare un luogo aperto alla città, “attraversabile e condiviso”. Il “cammino di ronda” lungo le mura potrebbe - è la speranza degli amministratori - diventare passeggiata panoramica d'eccellenza. Sarà un rovesciamento epocale: la «memoria dell'istituzione carceraria dovrebbe essere incarnata in un recupero dell'edificio che lo renda riconoscibile - anche con appositi apparati museali e di archivio - nel suo ruolo storico». Perché Grande fabbrica della conoscenza? «L'ex Carcere dovrebbe cogliere l'opportunità offerta dal fatto di trovarsi al centro di un distretto universitario di oltre 20 mila tra studenti, docenti e ricercatori, oltre due terzi dell'intero potenziale dell'Ateneo. In questo senso si può parlare di Parco urbano della conoscenza».
L'EX MANIFATTURA Importante il ruolo che potrà avere la Manifattura Tabacchi, concepita come «sistema per l'innovazione e l'imprenditorialità nel settore della cultura e della creatività, luogo di produzione della cultura, per avere una valenza sovranazionale, di riferimento in ambito Mediterraneo». La sua collocazione urbana - verso il porto e la darsena storica affacciata sulla “città nuova” del ‘900 – ne fanno una «cerniera ideale tra parti strategiche della città». L'enorme disponibilità di spazi (circa due ettari) di natura industriale, la rende «adatta ad essere un grande laboratorio urbano con proiezione internazionale».
IL PALAZZO DELLE SCIENZE Il palazzo delle Scienze svolgerà un «ruolo di cerniera tra percorsi pedonali e turistici». In vista di una nuova destinazione d'uso, la «sistemazione al suo interno delle collezioni universitarie a carattere scientifico è parsa ottimale, sia per la natura dell'edificio, da sempre legato all'Università ed in particolar modo alle scienze, sia per lo spazio, adatto a ospitare un museo».
L'OSPEDALE SAN GIOVANNI Il San Giovanni di Dio potrebbe essere una «straordinaria opportunità per la creazione di un grande presidio sanitario sardo per la prevenzione, la salute e il benessere, che sia anche un luogo aperto a tutti i cittadini». L'ospedale potrebbe «aprirsi alla città accogliendo attività culturali e di formazione orientate all'educazione ad uno stile di vita sano, al rispetto per l'ambiente e alla cura del benessere fisico e psicologico». Gli spazi non mancano.
LE EX CLINICHE-OSPEDALE DI SAN MICHELE Le ex cliniche, con gli ospedali di Stampace, costituiscono un «potenziale distretto urbano integrato», che può «dare e ricevere un contributo decisivo alla riqualificazione dagli assi delle vie Santa Margherita e San Giorgio». In particolare quest'ultima, che «può diventare il fulcro di una riorganizzazione delle relazioni tra le Grandi fabbriche del Distretto della conoscenza, e tra queste e la città, mediante la sua riconversione in una nuova piazza terrazzata, che ricostituisca il terrazzo panoramico davanti al grande portico dell'Ospedale San Giovanni e offra un nuovo spazio di socialità, anche per ricucire la relazione con il quartiere di Stampace».
Pietro Picciau