Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Va' pensiero” non è mai stato così struggente

Fonte: L'Unione Sarda
5 ottobre 2015

Teatro Lirico La prima di Nabucco a Cagliari

 

 

A vrebbe potuto usare bombe e kalashnikov, anziché frecce e spade, ma Leo Muscato non lo ha ritenuto necessario. La lettura intimista, essenziale, cinematografica, del Nabucco del regista pugliese, ora ripreso da Alessandra De Angelis, ha reso attuale più di qualunque possibile (e rischiosa) trasposizione temporale, lo spirito del capolavoro giovanile di Giuseppe Verdi, in scena fino all'11 al Lirico di Cagliari nell'allestimento prodotto tre anni fa con il De Carolis di Sassari.
Ancora una volta, molti gli applausi finali e quelli a scena aperta (spesso tenuti a bada dalla bacchetta di Massimiliano Stefanelli). Eppure lo spettacolo è apparso meno emozionante delle attese. Come se qualcosa (le mancate prove generali dovute all'allerta maltempo?) avesse intaccato l'anima stessa della rappresentazione, che contava peraltro su artisti di grande valore come Alberto Gazale e Dimitra Theodossiou. Da un lato, quindi, il consenso del pubblico non è mancato, dall'altro si è smarrito qualcosa rispetto alla splendida rappresentazione del 2012 chiusa dai coristi “assiri” che battevano gli elmetti sull'impiantito, in segno di solidarietà con i minatori dell'Alcoa.
E un lavoro da minatore, giocato sullo scavo delle personalità, è quello che Muscato ha fatto per raccontare una storia irraccontabile. Quest'opera che Verdi musicò ad appena 29 anni parla di oppressori e di oppressi, vincitori e vinti. Parla della fragilità umana, della sete di potere che spazza qualunque ragionevolezza, del riconoscimento finale dei propri limiti. Dalla prima scena, col popolo ebraico asserragliato in un bunker, a quella finale, dove tutti - vincitori e vinti - si inchinano davanti a un unico Dio - è un continuo cambiamento di prospettiva. Mutano, soprattutto, gli animi dei protagonisti. Con Nabucodonosor, il Re, il Guerriero, che si umilia, e perdona; Abigaille, la schiava-regina, che si avvelena sopraffatta dalla sua cattiveria; Fenena e Ismaele, pronti a morire uno per l'altra. Su tutto, in questo bell'allestimento che conta sui costumi di Silvia Aymonino, le scene di Tiziano Santi, le luci di Alessandro Verazzi riprese da Marco Mereu, domina il Coro (preparato da Gaetano Mastroiaco). E domina “Va' pensiero”, oggi più attuale che mai. La devastazione morale e fisica di uomini costretti a lasciare la loro terra in nome della sete di potere (un dio più forte anche di Jehovah) - è sotto gli occhi di tutti. Per chi vuole vederla.
Maria Paola Masala