Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

debutta domani alle 20.30 Va' pensiero Teatro Lirico, su il sipario

Fonte: L'Unione Sarda
1 ottobre 2015

L'opera “Nabucco” 

T re anni fa, era il 28 settembre, la prima si chiuse tra gli applausi con gli elmetti assiri dei coristi battuti sul legno del palcoscenico, per solidarietà con i minatori dell'Alcoa. Stavolta, a segnare il “Nabucco” che da domani alle 20.30 ritorna al Teatro Lirico di Cagliari per sette rappresentazioni serali e due matinée per le scuole, è un'occasione più intima: l'intitolazione della Sala Prove a Paolo Vero, indimenticabile maestro del coro per nove, entusiasmanti anni, scomparso il luglio scorso a 57 anni. Non poteva esserci, a sottolinearlo, un'opera più adatta del capolavoro giovanile di Verdi, che ha nel coro il grande, forte, potente, protagonista.
Il simbolo del Risorgimento italiano, il nostro amatissimo “Va' pensiero”, è di nuovo in città, per la decima volta in 170 anni. L'allestimento è quello prodotto nel 2012 da Lirico ed Ente Marialisa De Carolis di Sassari. La regia, riuscitissima, è di Leo Muscato, versatile regista pugliese, premio Abbiati 2014 per “La Bohème”, che affianca la lirica alla prima passione, il teatro di prosa. A riprenderla ora è la sua assistente, Alessandra De Angelis. Scene di Tiziano Santi, costumi di Silvia Aymonino, luci di Alessandro Verazzi, riprese da Marco Mereu. Sul podio Massimiliano Stefanelli alla guida di Orchestra e Coro. Maestro del coro è Gaetano Mastroiaco.
Protagonisti due grandi nomi della lirica internazionale: il baritono sassarese Alberto Gazale è Nabucco, il soprano greco-tedesco Dimitra Theodossiou è ancora Abigaille, come tre anni fa. Carlo Di Cristoforo è il Gran Sacerdote, Andrea Giovannini Abdallo. Altri tre artisti sardi nei ruoli di Ismaele, Fenena e Anna: David Sotgiu, Lara Rotili e Vittoria Lai. Nel secondo cast, Leo An sarà Nabucco, Roberto Iuliano-Ismaele, Burak Bilgili-Zaccaria, Susanna Branchini-Abigaille.
L'opera è in quattro parti: Gerusalemme, L'empio, La profezia e L'idolo infranto. Un'ora e un quarto per le prime due, tre quarti d'ora per le ultime, e venti minuti di intervallo.
Alla regia di Muscato il compito arduo di dare unità a una vicenda complessa ed essenziale di potere e amore, fragilità umana e onnipotenza divina. Un'opera che parla di oppressi e oppressori, guerre ed esilii. Parla di sempre. E parla di oggi.
Maria Paola Masala