Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Migranti, duemila “fantasm

Fonte: L'Unione Sarda
25 settembre 2015

Non hanno documenti né possibilità di lavoro regolare: vertice in prefettura a Cagliari

 Cresce il numero degli stranieri non rilevati dai censimenti

In quindici mesi sono arrivati nei centri di accoglienza della Sardegna quasi settemila migranti (6910, per la precisione), più di quattromila nelle sole strutture della provincia di Cagliari. Ma durante la riunione del consiglio territoriale per l'immigrazione, convocata dal prefetto Giuliana Perrotta, è emerso un dato allarmante: nel Cagliaritano, ha evidenziato il rappresentante della Asl 8, vivono almeno duemila stranieri “fantasma”. Cittadini irregolari, senza documenti e senza alcuna possibilità di essere inseriti in percorsi di formazione lavorativa.
«Giusto pensare ai migranti e a quelli che richiedono asilo», ha ribadito Ugo Pilia, della Asl cagliaritana, «ma è necessario intervenire anche per risolvere le numerose situazioni di difficoltà che riguardano gli stranieri irregolari, i primi a finire nelle maglie delle organizzazioni criminali che si occupano di abusivismo e contraffazione».
PATTO CONTRO L'ABUSIVISMO Proprio per contrastare il commercio abusivo e la contraffazione, nella sede della prefettura di Cagliari è stato raggiunto l'accordo per la sottoscrizione (che avverrà il primo di ottobre nella conferenza regionale dell'autorità di pubblica sicurezza) di un protocollo di legalità. «La repressione - ha evidenziato il prefetto Giuliana Perrotta - da sola non serve. È necessario coinvolgere tutti gli enti, le istituzioni, i commercianti e le associazioni che si occupano di stranieri per fare informazione e prevenzione. Abusivismo e contraffazione provocano concorrenza sleale, sfruttamento della manodopera (soprattutto i minorenni), evasione fiscale e pericolo per la salute dei consumatori. Anche i cittadini stranieri devono sapere che si può fare, e anzi è conveniente, l'ambulante in modo legale».
Alla riunione hanno partecipato, e dato il loro sì al protocollo, i rappresentanti di Camera di commercio, Ufficio scolastico provinciale, Regione, Provincia di Cagliari, Questura, Direzione del lavoro, Inps, Inail, Caritas, Asl, organizzazioni datoriali e sindacali, associazioni culturali e dei centri di accoglienza temporanea per richiedenti asilo della provincia.
NUOVA ACCOGLIENZA Durante il Consiglio per l'immigrazione si è parlato anche del nuovo decreto legislativo sull'accoglienza dei migranti che entrerà in vigore il 30 settembre. Il viceprefetto vicario, Carolina Bellantoni, ha illustrato i dati sugli arrivi nell'Isola e l'incredibile crescita del numero dei centri di accoglienza («nel gennaio 2014 c'era solo il Cara di Elmas, ora sono 41»). La rivoluzione che scatterà a fine mese prevede una “prima accoglienza” con identificazione, fotosegnalamento e compilazione della domanda d'asilo. Poi si passa alla “seconda accoglienza”: gli stranieri devono essere inseriti in percorsi di istruzione e lavorativi per arrivare poi alla terza fase, quella dell'integrazione temporanea o definitiva nel territorio.
LE CRITICITÀ Quando i migranti arrivano nell'Isola c'è un rischio: possono trasformarsi in vittime delle organizzazioni criminali che lucrano sugli stranieri, arruolandoli nell'esercito di venditori abusivi. «Un sistema che alimentiamo tutti», ha ricordato il prefetto Perrotta, «comprando oggetti contraffatti o esposti in bancarelle di venditori irregolari. Per questo promuoviamo, con apposite intese, un maggior coinvolgimento e partecipazione della società civile per diffondere la legalità».
Dalle associazioni che si occupano degli stranieri è arrivata una risposta positiva al protocollo. Non mancano però le criticità. «Molti cittadini stranieri», ha detto Abdou Ndiaye, rappresentante della comunità senegalese in Sardegna, «hanno una partita Iva ma non possono vendere perché non hanno un'area per commercializzare i loro prodotti. Inoltre per rinnovare il permesso di soggiorno devono raggiungere un reddito minimo, ma non è facile. La conseguenza purtroppo è inevitabile: molti finiscono nell'abusivismo, che noi condanniamo con forza».
Matteo Vercelli