Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Donne, riapre il Centro studi

Fonte: L'Unione Sarda
23 settembre 2015

VIA FALZAREGO

 Annalisa Diaz: «Da 36 anni siamo un punto di riferimento specializzato»

È stata inaugurata la nuova sede: un'altra battaglia vinta 

Di battaglie ne hanno fatte e vinte tante. L'ultima è aver scongiurato la chiusura del Centro di documentazione e studi delle donne. «Dopo quindici anni di richieste continue il Comune ci ha finalmente assegnato una sede. Siamo molto orgogliose di questo risultato». Il compito di mostrare i nuovi spazi inaugurati lunedì sera, al piano terra di via Falzarego 35, spetta ad Annalisa Diaz, fondatrice e rappresentante legale della cooperativa Tarantola. La stessa che quasi quarant'anni fa ha scritto la prima pagina di questo bel pezzo di storia cagliaritana. Minacciata dal taglio drastico dei finanziamenti destinati alla cultura e dall'affitto troppo alto.
GLI INIZI La storia inizia negli anni Settanta, quelli della contestazione e della rivoluzione femminista. È in questo clima che il collettivo di via Genovesi ebbe un'idea: dar vita alla Libreria delle donne. La prima in Sardegna, una delle poche in Italia. A sostenere questo progetto si unisce anche il collettivo di via Donizetti, più un gruppetto di altre donne agguerrite e determinate. Costituiscono la cooperativa la Tarantola e nel 1978 trasformano il loro sogno in realtà. Al civico 15 di via Lanusei. Sede storica, ricavata da vecchi magazzini inutilizzati. «Siamo state noi stesse a ristrutturare i locali presi in affitto, scartavetrando da sole gli scaffali di seconda mano», ricorda Diaz, avvocato, insegnante di diritto e deputata dal 1987 al '92. Per più di trent'anni lei e le altre socie hanno prodotto cultura tra le casette basse di Villanova. Riuscendo a creare un tesoretto di oltre 8 mila volumi. Nel 1986 La Libreria delle donne cambia forma: diventa Centro di documentazione e studi delle donne, biblioteca specializzata e luogo di relazioni politiche. Nel 2008 arriva anche il riconoscimento del ministero per i Beni e le Attività culturali e Turismo, che definisce il suo archivio “di interesse storico particolarmente importante”. Eppure le istituzioni locali non sembrano accorgersene.
RISCHIO CHIUSURA Si arriva così all'estate scorsa, quando dalle pagine del loro blog s'inizia a parlare di rischio chiusura. «Il volontariato culturale non viene riconosciuto ma noi da 36 anni siamo un punto di riferimento specializzato, unico del genere in Sardegna e tra i pochi in Italia. Possibile che Comune e Regione non comprendano la nostra specificità e non trovino uno spazio per accogliere quel che il Centro rappresenta e produce?», scrive l'ex deputata. «Da due anni non riceviamo contributi dagli Enti Locali e il regime di autofinanziamento non è più sostenibile», spiega. «Quest'anno siamo stati esclusi dai finanziamenti comunali, e l'anno scorso abbiamo preferito non usufruire dei 370 euro che l'amministrazione ci destinava. Mentre la Regione non stanzia più risorse per questo tipo di attività da due anni: una situazione che ci costringe a chiudere». Era il 2104, le donne della Tarantola non si sono rassegnate e hanno iniziato la loro battaglia per ottenere una nuova sede. A sostenere le loro causa sono scesi in campo tante altre donne sarde. E anche qualche uomo. Alla fine ce l'hanno fatta.
NUOVA SEDE Qualche settimana fa hanno firmato la convenzione col Comune. Gli è stato assegnato il piano terra dell'edificio che un tempo ospitava la scuola elementare De Amicis. La nuova vita del Centro riparte dai quasi trecento metri quadri in via Falzarego, concessi con un bando pubblico. «C'è voluta tutta la determinazione e l'impegno successivo per effettuare il trasloco da via Lanusei, una sede troppo piccola e con costi d'affitto decisamente elevati. Devo ringraziare l'amministrazione per averci assegnato questo locale», commenta Diaz. Parola al sindaco Massimo Zedda: «Questo Centro rappresenta un'eccellenza a livello nazionale, grazie al patrimonio che avete custodito e difeso negli anni. Nella difficoltà di erogare un contributo economico abbiamo pensato di darvi una nuova sede». Anche l'assessore regionale alla Cultura Claudia Firino non è voluta mancare: «Vedere questo centro di riferimento ripartire da una sede più ampia e sicura è per me motivo di gioia e soddisfazione». Chiude l'assessore comunale alla Cultura Enrica Puggioni: «Siamo molto contenti che ora esista nel quartiere, accanto a un presidio scolastico importante e al Parco di Tuvixeddu, uno spazio come questo. Come le migliori biblioteche, non è uno spazio chiuso ma piuttosto di incontro, relazioni e attivazione di processi».
Sara Marci