Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Acquasport, piscina chiusa

Fonte: L'Unione Sarda
22 settembre 2015

VIALE DIAZ. Da ieri allenamento vietato per millecinquecento nuotatori, ed è polemica

 

Il perito del Comune: «Rischi per le persone e l'ambiente 

Cancelli chiusi, in viale Diaz non si nuota più. La piscina del Comune, gestita da molti lustri dalla società Acquasport, ha «delle carenze di una gravità tale da rendere necessario il fermo immediato dell'attività per scongiurare rischi alla sicurezza delle persone e dell'ambiente». Parole di Giambattista Marotto, dirigente dell'assessorato allo Sport, autore di un provvedimento che innesca un effetto a catena: lo stop in emergenza alle attività in vasca provoca la sospensione della concessione ma anche il congelamento della procedura indetta per il riaffidamento della gestione dell'intera struttura. Scontata la rabbia del rappresentate della Acquasport, Pino Anedda: «Mai e poi mai», dice, «avremmo esposto a qualsivoglia pericolo i nostri iscritti che a regime sono 1.500. Aspettiamo di studiare le carte che hanno portato a questa decisione ma non ci arrenderemo facilmente».
La causa della chiusura è una perizia sugli impianti tecnologici che l'assessorato ha affidato a un tecnico esterno, l'ingegner Giancarlo Casula: in quei documenti ci sono la stroncatura e la descrizione dei supposti pericoli ma i gestori annunciano battaglia su forma e sostanza del lavoro del professionista, costato oltre 5.000 euro alle casse del Comune. Dove, inevitabile, si accende la polemica politica: «Mi spiace si sia arrivati a questo punto», sostiene Filippo Petrucci, esponente della maggioranza che sostiene il sindaco Massimo Zedda, «da anni segnalo i problemi delle piscine comunali ma nessuno mi ha voluto dare ascolto». E la catena di conseguenze della chiusura in viale Diaz potrebbe non interrompersi qui.
Le tensioni sull'impianto non sono nate ieri. La piscina era in mano alla società sportiva dilettantistica Acquasport: affidamenti e proroghe si sono susseguiti. L'anno scorso la virata da parte dell'assessorato: basta, era la posizione in Comune, è necessaria una gara per la gestione. A maggio 2014 un tecnico del Municipio aveva effettuato un sopralluogo, al quale era seguita una relazione: «Non appaiono», aveva scritto, «importanti esigenze di manutenzione edile straordinaria». Gli impianti tecnologici (come caldaie e filtri) furono definiti «datati» ma, si legge, «il sottoscritto non ha le competenze per una precisa valutazione».
Intanto Anedda, oltre a partecipare al bando per l'affidamento futuro (limitato a un anno tra molte polemiche) ha presentato una proposta di project financing all'assessorato comunale ai Lavori pubblici: proponeva un investimento privato di oltre 700 mila euro per l'ammodernamento, in cambio chiedeva di continuare l'attività. La pratica è arenata in qualche ufficio.
Qualche mese fa il nuovo sopralluogo dell'ingegnere esterno: stando alle carte, in Comune non esiste un professionista che poteva assicurare la stessa prestazione. «Non ci ha chiesto documenti né certificati, ha solo guardato», spiega Anedda. Ma tanto è bastato per stilare la relazione che ha portato il dirigente Marotto a sospendere tutte le attività e imporre la chiusura della piscina. Fermato anche il bando, che portava la sua firma. Tutta la procedura rischia di finire inghiottita in un buco nell'acqua, che non accontenta nessuno.
Ieri mattina intorno all'una, mentre i messi del Comune notificavano il provvedimento (senza perizia, che doveva essere allegata), molti nuotatori erano pronti a immergersi, ma hanno scoperto la novità. E già si sono sentite le prime lamentele.
«Non si doveva arrivare a questo punto», attacca Filippo Petrucci che sul tema delle piscine ha presentato una lunga serie di interrogazioni, «ora è scoppiato il problema in viale Diaz. Ma a Terramaini? Spendiamo un sacco di soldi per il riscaldamento quando basterebbe cambiare gli impianti, non c'è un servizio bar e nemmeno l'agibilità per le gare. Poca chiarezza anche sui consumi d'acqua: in via dello Sport sono superiori a quella di Pirri, molto più grande. Ho segnalato», conclude, «ma in giunta nessuno mi ha ascoltato».
Enrico Fresu