Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Enti locali, è scontro sulla riforma «Penalizzato il nord dell'Isola»

Fonte: L'Unione Sarda
16 settembre 2015

Nuova mappa da approvare entro ottobre ma nella maggioranza l'accordo è lontano 

La riforma degli Enti locali deve essere approvata entro 46 giorni, eppure nella maggioranza non è ancora stato raggiunto un accordo definitivo sulla suddivisione dei territori. A settentrione non piace la soluzione di una provincia unica che riunisca Sassari e Gallura e nel centrosinistra sta prendendo forma un “fronte del nord” formato dai consiglieri dei territori, tra cui il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che puntano ad avere lo status completo di Area metropolitana. I tempi sono stretti e la riforma deve concludere l'iter entro il 31 ottobre per evitare alla Regione una mora che si aggira tra i 40 e i 50 milioni di euro.
IL DISACCORDO Si tratta di una questione formale perché, nonostante l'assessore Erriu abbia inserito nel testo di legge la possibilità di dare vita alle “Unioni dei comuni di area metropolitana”, i rappresentanti del nord chiedono un testo più chiaro in cui si parla solo di Area metropolitana. «Si tratta di un aspetto politico sul quale dobbiamo ancora raggiungere un accordo», dice Roberto Desini, capogruppo di Sovranità democrazia e lavoro, «l'articolo deve essere riscritto in maniera più chiara». È stato questo uno dei temi chiave sul tavolo della maggioranza, riunita ieri mattina, con l'assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu e il presidente Pigliaru. «Nella seconda bozza abbiamo inserito le Unioni metropolitane», sottolinea il presidente, «ma le Unioni di comuni rimangono l'elemento fondante». Erriu, però, ha ammesso che «esiste un dualismo tra Cagliari e Sassari».
COSA CAMBIA La riforma prevede un primo livello con la Città metropolitana di Cagliari (sul territorio della vecchia Provincia) le due Province di Sassari e Nuoro, che possono essere abolite solo con una modifica costituzionale, e quella di Oristano per cui basta una legge nazionale. Queste avranno la competenza su scuole, strade e ambiente. Ci sono, poi, le Unioni dei comuni che vanno da un minimo di 10mila sino a 30mila abitanti. «Le Province saranno depotenziate a vantaggio delle Unioni dei comuni», spiega Erriu. Anche qui si pone il problema di un cambiamento culturale perché l'adesione alle Unioni dei comuni è volontaria e totalmente gratuita. Per questo motivo «ci sarà un periodo di transizione per consolidarle», sottolinea Erriu.
GLI ATTACCHI La mancata abolizione delle Province scatena la protesta dell'opposizione. Il coordinatore dei Riformatori, Michele Cossa, parla di «grande imbroglio» e chiede che «le funzioni su scuole, strade e ambiente vengano affidate ad altri enti». Duro anche il coordinatore di Forza Italia, Ugo Cappellacci perché «si tratta di un ritorno al sistema feudale con la restaurazione di un sistema che i cittadini hanno abolito col referendum». Il capogruppo di Area popolare, Gigi Rubiu, chiede «più autonomia per piccoli centri del Sulcis, che rischiano di essere schiacciati dallo strapotere dell'Area vasta di Cagliari e dalle Unioni dei comuni».
Matteo Sau