Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«No ai rifiuti in via San Paolo»

Fonte: L'Unione Sarda
10 settembre 2015

COMUNE. Votati in aula i tre spazi, i dubbi di Claudia Zuncheddu su quello di Sant'Elia

 

Angius (Riformatori) boccia la scelta del sito per l'ecocentro

 


No all'ecocentro di via San Paolo. E no anche al sito di Sant'Elia: il voto del Consiglio comunale crea malumori nel mondo politico cittadino. “Promossa” solo la scelta del terzo spazio, quello della piana di San Lorenzo, i Riformatori criticano la scelta del centro alle porte della città, a Sardigna Libera non piace l'individuazione dell'area a Sant'Elia.
VIA SAN PAOLO Critiche che sono state mosse anche nel corso del dibattito in aula. «Il sindaco Zedda e la sua maggioranza», afferma il consigliere comunale dei Riformatori Giorgio Angius, «hanno approvato oggi in Consiglio Comunale una delibera che dà il via libera alla realizzazione di un ecocentro da oltre 5.000 metri quadri in via San Paolo. Abbiamo votato contro: via San Paolo rappresenta forse l'unica grande area libera della città, facilmente raggiungibile anche dall'hinterland, che potrebbe essere destinata alla realizzazione di grandi strutture per gli spettacoli, per il tempo libero, per nuovi progetti utili allo sviluppo di Cagliari. Gli ecocentri sono molto importanti, occorre realizzarne tanti e diffusi, ma devono essere realizzati in zone di minor pregio, non proprio all'ingresso della città».
LA PROPOSTA Angius non è l'unico a soffermarsi su quel sito. «È evidente», sostiene Paolo Casu (Democrazia e solidarietà), «che i propositori hanno avuto una visione della città futura davvero abbastanza nebulosa. Non comprendo con quale mentalità retrograda e pericolosa, si possa pensare di creare nella stessa zona un'area di sosta per camper, che dovrebbe invece rappresentare una struttura turistica d'elite per questa nuova e sempre in maggiore forma di turismo, in un'area che dovrebbe andare ad assumere invece, una nuova forma di opportunità per il nostro turismo, essendo la zona di San Paolo, a poche centinaia di metri dal comparto ambientalistico di Santa Gilla».
SANT'ELIA A mettere in discussione la scelta del sito di Sant'Elia è, invece, Claudia Zuncheddu di Sardigna Libera. «La localizzazione di questi siti, seppur indispensabili», sostiene, «richiede uno studio attento ancor più quando come in quello destinato a Sant'Elia, di “tipologia B”, possono essere conferiti rifiuti differenziati provenienti da tutta la città, compresi quelli pericolosi: solventi, acidi, prodotti fotochimici, rifiuti contaminati da mercurio, olii esausti, pesticidi, farmaci scaduti. Infatti per i rischi ambientali il centro di tipologia B è regolato dal Codice dell'ambiente e non può essere situato a ridosso dei centri abitati». Una scelta, prosegue, sbagliata anche dal punto di vista geologico.«Sant'Elia come San Bartolomeo, costruiti su terreni paludosi colmati con materiali di riporto, con i vistosi cedimenti di pavimenti stradali e dei palazzi da piazza Falchi a via Prunas indicano l'inadeguatezza del terreno a sopportare il colossale ecocentro e il peso del traffico di auto e di mezzi pesanti provenienti da tutta la città, oltre alle attività nel centro stesso».
LA MAGGIORANZA A spiegare le ragioni della decisione ci pensa Fabrizio Marcello, presidente della commissione Servizi tecnologici. «Con la delibera di Giunta 225/2008, con l'allora sindaco Floris, prevedeva la costruzione di sei ecocentri comunali (uno per circoscrizione)». Un progetto slittato di anno in anno. «Nel 2009 e nel 2010 viene ripreso in due delibere, la prima volta in modo generico e la seconda in modo più concreto, posto che nell'appalto sulla differenziata non era contemplato anche l'inserimento degli ecocentri». Sino ad arrivare alla decisione di martedì. «Stiamo lavorando anche ad altri interventi con la realizzazione delle isole ecologiche in diverse piazze della città. Le piazze in questione sono Piazza San Michele, Piazza delle Aquile a Pirri, Piazza Garibaldi e Piazza Gramsci». Il fine? «Permettere di superare il sistema a cassonetto e arrivare al porta a porta». ( mar.co. )