Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'infanzia cancellata: nell'Isola sono già sbarcati 102 bambini

Fonte: L'Unione Sarda
4 settembre 2015

 

La prima luce sarà quella del sole di Sardegna. Questione di ore: prenderà vita da una madre sbarcata ieri mattina al porto canale, al culmine di una gravidanza quasi impossibile, che poteva portare alla morte di donna e figlio. Il piccolo entrerà subito nel conto ufficiale della Prefettura di Cagliari, che monitora gli arrivi dei disperati. Uomini, donne. E molti bambini. Che attraversano il mare, quando arrivano vivi sull'altra sponda, con i loro genitori. Ma ci sono anche i minorenni che affrontano il viaggio da soli, o si trovano a esserlo. A volte una madre e un padre non li hanno più, in altri casi le loro vite hanno preso strade diverse. Le loro storie a volte si perdono dopo che toccano terra, in Europa. Non resta che affidarsi ai numeri, per cercare di comprendere il fenomeno e come funziona il sistema dell'accoglienza per i più piccoli, o giovani, in Sardegna.
I NUMERI UFFICIALI A bordo della nave norvegese Siem Pilot, ieri, c'erano solo undici minorenni. Erano 69 il 24 agosto, 22 il primo dello stesso mese. In poche settimane a Cagliari sono arrivati 102 immigrati con meno di 18 anni. Difficile dire quanti ancora siano sull'Isola: a far saltare le certezze aritmetiche ci sono gli eritrei che sono riusciti a proseguire la loro fuga riprendendo il mare. Numeri molto superiori a quelli che il ministero delle Politiche sociali ha registrato nell'ultimo aggiornamento ufficiale reso pubblico: il report di monitoraggio, datato 30 aprile 2015, aveva stabilito che in Sardegna c'erano 51 minori stranieri non accompagnati. Un'inezia rispetto agli 8260 distribuiti in tutta Italia. L'estate degli sbarchi continui costringerà il ministero a un aggiornamento al rialzo.
LO STUDIO DELLA MANO Se queste sono le cifre ufficiali, bisogna comunque confrontarsi con la realtà. Quelle parti del mondo, dalle quali si scappa, non possono vantare registrazioni precise delle nascite e irreprensibili funzionari dell'anagrafe. In più, chi arriva deve capire se convenga o no dirsi maggiorenne. C'è chi dichiara di esserlo, perché così qualcuno gli ha consigliato di fare, anche se è nel pieno dell'adolescenza. Per questo per ogni arrivo vengono mobilitati anche i tecnici della Asl che si occupano delle radiografie. È noto come Rx del polso: è l'esame che permette, attraverso lo studio della cartilagine, di stabilire l'età di una persona, con un'approssimazione di circa sei mesi.
LA DISTRIBUZIONE All'esame vengono sottoposti i casi dubbi. Dall'esito dipende il destino immediato del ragazzo. Se giudicato maggiorenne segue le strade di tutti gli altri, verso uno degli oltre 60 centri di accoglienza sparsi per la Sardegna. Il minorenne non accompagnato, così definito dalla burocrazia ministeriale, segue un altro percorso che sconfina dalle competenze del ministero dell'Interno e entra in quella delle Politiche sociali: viene assegnato a una delle comunità protette, convenzionate con i Comuni, che fanno parte del sistema di accoglienza. «A Cagliari non ne abbiamo», spiega l'assessore Luigi Minerba, «perché le strutture per lo più sono in altri centri. Ma so che ci oltre 60 minorenni in Sardegna». Qual è il loro destino? Dare risposte ora è difficile: «Vengono inseriti in un programma, sono assistiti da specialisti», aggiunge Minerba, «questi numeri sono una realtà nuova per tutti, i percorsi vengono costruiti giorno per giorno».
I PIÙ PICCOLI Poi ci sono gli altri, i bambini più piccoli che scendono infagottati dalle scalette delle navi. Stanno con le madri e i loro giochi potranno continuare, o forse iniziare, nei centri convenzionati con le prefetture. Alcuni nuclei familiari arrivati ieri erano destinati a Villasor, in una struttura gestita dalla cooperativa Amal.
Enrico Fresu