Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sulla Sella c'è il degrado

Fonte: L'Unione Sarda
28 agosto 2015

Rifiuti nella cisterna romana, interrotti gli studi sul tempio punico

Scavi archeologici fermi: torre pisana a rischio 


Il telo di protezione del cantiere di scavo, ormai, è quasi invisibile: ricoperto di terra. Qualcuno ci passa sopra, poi intuisce che forse non dovrebbe e si scansa: «Che amarezza, non ci eravamo accorti fosse un sito archeologico». Ivan Contu è arrivato quassù in escursione. Trekking balneare da perdere il fiato, sulla Sella del diavolo. Il sentiero naturalistico porta in cima, fino all'area archeologica, dove la meraviglia spezza le parole. Ma la voce torna all'improvviso davanti allo stato di abbandono dei tesori di Cagliari: la torre pisana rischia di crollare, gli scavi sono fermi. E dentro la cisterna romana? Rifiuti, chiaro.
IL TEMPIO Santuario calpestato: oltre la leggenda, qui sorge il tempio punico di Astarte poi intitolato a Venere in età romana. Gli archeologi sono ansiosi di tornare qua. Gli scavi erano previsti quest'estate, dopo la campagna dello scorso anno, ma ancora non sono partiti. Alfonso Stiglitz, archeologo, fa parte della squadra: «Stiamo aspettando l'autorizzazione del ministero per Beni e le attività culturali per riprendere i lavori. La riorganizzazione ministeriale interna, con la riforma, ha ritardato tutti gli scavi, in Italia».
SOTTO I TELI In cima al promontorio della Sella, nell'area dello scavo c'è la chiesa di Sant'Elia. Le testimonianze si riferiscono all'ultima fase di utilizzo, nel Settecento: «L'ipotesi è che sia stata edificata secoli prima - spiega Stiglitiz - potrebbe essere romanica. Si trova all'interno dello spazio del tempio più antico, quello punico di Astarte». Un'iscrizione del III secolo a.C. cita la divinità. Ma che pianta ha il tempio, come si presentava? «Ci piacerebbe saperlo».
LA TORRE Per Alfonso Stiglitiz la zona meriterebbe «un piano complessivo». A pochi metri c'è la torre di Sant'Elia: pisana, è del 1282, indica un cartello. La base sembra non riesca più a reggere il peso della struttura: «È malridotta, rischia di crollare».
LA CISTERNA-CASSONETTO Stefano Schirru, consigliere comunale di Forza Italia, sale spesso nel paradiso da cui si domina la città. «L'accesso allo scavo è libero: incredibile, le persone entrano tranquillamente, si rischia di vanificare il lavoro fatto finora». La denuncia di Schirru si trasformerà in questi giorni in un'interrogazione in Consiglio: «Scriverò anche al ministero. Ma non finisce qui. La rabbia sale se proviamo a curiosare all'interno della cisterna romana, a poca distanza dagli scavi. All'interno troviamo bottiglie e rifiuti vari. Qui intorno, poi, accatastati in un angolo, ci sono pezzi di legno e resti di cantiere. Se non fosse per i volontari, che hanno a cuore la zona e periodicamente intervengono a raccogliere i rifiuti, ci sarebbe una discarica».
VIA LIBERA In realtà esiste una rete che delimita l'area ma il cancelletto è aperto, il lucchetto è finito a terra. Tutti entrano. «Vengo qua da 18 anni in mountain bike», racconta Andrea Pani: «Hanno investito, giustamente, sui percorsi ma la zona archeologica è completamente abbandonata». Business perduto: «Ci rendiamo conto del valore da sfruttare? Anche la parte archeologica richiede un intervento accurato e, perché no, si potrebbe trovare il modo di monetizzare in maniera ecocompatibile».
Conosce ogni angolo della Sella Massimiliano Deidda, biologo e guida ambientale: «La zona archeologica è abbandonata, non è l'unica. Creare un progetto complessivo sarebbe anche un'operazione commerciale. Penso alla Grotta del colombi, da mettere in sicurezza: diventerebbe parte di un tour mozzafiato per cui i turisti farebbero la fila».
Mariangela Lampis