Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quei 168 detenuti senza colpe

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2015


Cuccioli e “vecchietti”: tante storie a quattro zampe in via Po - Nel canile comunale gli animali in attesa di un padrone. E c'è anche l'adozione a distanza

 


È recluso da lunedì mattina. Eppure è buono, simpatico, intelligente. Ma ha una colpa gigantesca: ha “scelto” la padrona sbagliata. Tobia è uno splendido meticcio finito nel canile di via Po il giorno in cui la sua proprietaria è stata arrestata. E ora è costretto ad attendere che chi si occupava di lui sconti la sua pena. O che venga adottato da qualche amante degli animali. Ma Tobia non è solo: condivide la “prigionia” con altri 167 cani, ospiti della struttura che, in passato, era il mattatoio.
LE STORIE Centosessantotto cani, con altrettante storie da raccontare: c'è il vecchietto di 23 anni (praticamente un record) che ha trascorso gli ultimi 14 anni al canile, i cinque cuccioli gettati in un cassonetto in via Koch e salvati da morte certa, la cagnetta cieca. E anche il cane che ha morso la padrona, causandole danni permanenti. Animali che vengono curati amorevolmente dalle cinque persone che lavorano nella struttura. «Eppure», sospira Giuseppe Cosseddu, il veterinario comunale («Uno dei pochi rimasti in Italia») responsabile del canile, «basterebbe poco per svuotarlo. Se solo un cagliaritano su mille prendesse un cane, qui ne rimarrebbero pochi».
L'ADOZIONE Un'illusione? Forse sarebbe sufficiente fare una passeggiata da quelle parti per svuotare il canile. Quando si apre il cancello, i cani cominciano ad abbaiare per richiamare l'attenzione su di sé. Praticamente tutti scodinzolano: sembrano quasi sperare che quella potrebbe essere la volta buona, il primo giorno del resto della loro vita. Basta avvicinare una mano alle grate delle celle per ricevere ammiccanti leccate. Non parlano, è ovvio. Ma si ha quasi la sensazione di sentire un coro: «Portami via da qui». Ci sono quelli che fanno di tutto per mettersi in mostra; ci sono i più timidi che cercano di sedurre sfoderando sguardi tristi. Difficile, quasi impossibile lasciare il canile senza portarsi dietro un nuovo amico.
GLI OSPITI Dopo la chiusura del cancello, nel giro di pochi minuti torna un silenzio quasi irreale. I cani dovranno aspettare un altro giorno prima di trovare un nuovo padrone. Un giorno nel quale faranno le loro passeggiate nelle aree attrezzate all'interno della struttura. Un giorno nel quale i più fortunati aspettaranno i “padroni a distanza”. Perché, oltre all'adozione vera e propria, è possibile anche occuparsi di un cane che resta ospite del canile. «Qualcuno lo prende, gli fa fare una passeggiata e lo riporta qui». Praticamente una prova. «Perché tante di queste adozioni a distanza diventano definitive». Un tentativo che vale la pena di fare: costa solo 15 euro. «Che servono solo per pagare la copertura assicurativa».
LE ADOZIONI Ma, forse, vale la pena fare una scelta definitiva. «I cani che escono da qui sono microchippati, sverminati, vaccinati e sterilizzati». Le adozioni, tutto sommato, ci sono: si arriva a 200, 250 l'anno. Il problema è che continuano a esserci gli abbandoni. «In città ci sono due branchi di randagi, uno a Giorgino, l'altro nei pressi del Brotzu: tra loro, tanti cani abbandonati dai proprietari». Persone che rischiano grosso: continuano a essere responsabili del loro animale. Anche di quello che non ha il microchip. «Per altro, questo è un obbligo di legge: la Sardegna è stata la prima Regione ad adottare questo sistema. Non microchippare il cane significa solo rischiare di andare incontro a una multa».
LE BALIE Ma non ci sono solo incivili. «Non finiremo mai di ringraziare quei volontari che si occupano dell'allattamento delle cucciolate. Certo, il Comune fornisce gratuitamente il latte. Ma queste persone devono preoccuparsi di alimentare i cuccioli ogni due ore, anche nel cuore della notte». Facendo un lavoro splendido: difficile lasciare quei cagnolini, ormai svezzati, dentro la cella loro riservata.
Marcello Cocco