Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Migranti, linea dura da Roma

Fonte: L'Unione Sarda
13 agosto 2015

Stop agli imbarchi per la penisola. Sciopero della fame degli eritrei in piazza Matteotti

«Senza fotosegnalazione non partono»: riesplode la protesta

«Siamo diventati dei prigionieri. Non abbiamo alternative: iniziamo lo sciopero della fame». Si alza il livello della protesta dei 150 migranti, i disperati di piazza Matteotti. Ieri mattina il gruppo di stranieri ha occupato nuovamente i portici di via Roma proprio davanti al cancello d'ingresso del municipio di Cagliari. E non si sposteranno fino a quando non verrà accolta la loro unica richiesta: andare via dalla Sardegna. Le conseguenze non sono mancate: una giovane eritrea, stanca, disidratata e accaldata si è sentita male ed è stata accompagnata in ospedale per accertamenti.
NESSUNA PARTENZA La nuova protesta è scattata verso le 10.30. Prima hanno improvvisato un corteo tra viale La Plaia e attorno a piazza Matteotti per bloccare il traffico. Poi hanno bissato il blitz di martedì, piazzandosi davanti al palazzo comunale. Infine hanno iniziato lo sciopero della fame: gli eritrei hanno rifiutato il pasto della Caritas e anche il cibo donato da associazioni di volontariato o cittadini generosi.
La prima vittima è stata una giovane donna: ha avuto un malore ed è stata accompagnata al pronto soccorso del San Giovanni di Dio per accertamenti. Polizia e Carabinieri vista la situazione hanno chiesto la collaborazione alla Municipale di Cagliari per recuperare un po' d'acqua da distribuire ai migranti. E nessuno ha messo piede sulla nave della Tirrenia salpata alle 19 verso Civitavecchia.
COMUNE INACCESSIBILE L'armistizio firmato martedì pomeriggio nei locali della mensa della Caritas di viale Sant'Ignazio tra migranti e Questura (che da oltre una settimana sta gestendo l'emergenza sotto il coordinamento del questore vicario Ferdinando Rossi) è durato poche ore. Sessanta giovani eritrei avevano accettato di rientrare nei centri di accoglienza nelle province di Nuoro e Oristano. Gli altri, più di 150 hanno dormito in piazza Matteotti. Per poi passare al contrattacco con l'occupazione del Municipio, diventato inaccessibile per tutti, anche per chi voleva ricevere informazioni nell'ufficio del Turismo all'interno del palazzo civico.
LO SCONTRO Le posizioni restano distanti. Da una parte ci sono i migranti. Vogliono lasciare la Sardegna senza farsi fotosegnalare (e senza lasciare le impronte digitali). «Altrimenti - hanno ribadito ancora una volta - se dovessimo essere fermati in un altro Paese europeo saremmo costretti a tornare qui. Ci va bene tutto ma non l'Italia».
Dall'altra parte c'è la posizione della Questura, probabilmente dettata da Roma: stop alle partenze dei migranti se prima non si fanno fotosegnalare e non si fanno prendere le impronte digitali. Lo stratagemma dell'attestato d'identità firmato dalla Questura per consentire ai migranti di acquistare il biglietto e salire così sulla nave della Tirrenia, ha dunque subìto uno stop. Dopo l'assenza e l'immobilismo delle istituzioni (Comune, Provincia e Regione), ora sarebbe arrivata la rigidità di Roma.
A pagare un conto salatissimo sono i migranti, costretti a vivere in condizioni disumane; la città di Cagliari, con il suo Municipio trasformato in un campo profughi; e le forze dell'ordine, insieme alle associazioni di volontariato, lasciate da sole a fronteggiare l'emergenza.
Matteo Vercelli