Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Strada chiusa? Una mazzata»

Fonte: L'Unione Sarda
5 agosto 2015

MARINA PICCOLA. L'avvocato di Silvetti: chiederemo la restituzione del terreno così com'era

Lega navale in allarme dopo la sentenza della Corte d'appello


E adesso? «E adesso chiederemo all'Agenzia del demanio l'esecuzione della sentenza, ovvero la restituzione del terreno nelle condizioni in cui era al momento in cui, a metà anni Novanta, fu abbattuto il capannone che vi si trovava»: a parlare è Enrico Salone, l'avvocato che ha assistito il colonnello dell'Aeronautica in pensione Ilio Silvetti nella causa quasi ventennale alla fine della quale, due settimane fa, la Corte d'appello, ha stabilito che quei 126 metri quadrati di terreno ai piedi della Sella del Diavolo appartenevano al militare. La restituzione, stando così le cose, prevederebbe un'iniziativa non da poco: la demolizione dell'ultimo tratto della strada che, partendo all'inizio della passeggiata di Marina Piccola, aggira le sedi di Yacht Club e Lega Navale e permette a circa 350 diportisti, proprietari e dipendenti di ristoranti e bar, fornitori e camion della raccolta dei rifiuti di raggiungere il porticciolo. All'imboccatura, un cartello che dice “Accesso consentito alle vetture autorizzate solo per operazioni di carico e scarico” e una sbarra che ieri mattina era sollevata e non custodita. La strada su un lato offre anche alcune decine di comodi parcheggi a due passi dal mare. Buttarne giù un tratto, o chiuderlo, sarebbe una mazzata per uno dei fiori all'occhiello dell'offerta turistica cittadina.
«L'impatto sarebbe devastante», alza gli occhi al cielo Vito Pace, istruttore di vela della Lega Navale. È appena sbarcato dopo una lezione in mare cui hanno partecipato 35 ragazzini iscritti al corso estivo: «Alcuni sono portatori di handicap, e non so come farebbero i genitori ad accompagnarli fin qui», sottolinea. La sede della Lega, in quel lato, è delimitata proprio dal muraglione di cemento che sostiene. «Se demolissero o chiudessero quel tratto, la nostra attività, che va avanti tutto l'anno e coinvolge le scuole, sarebbe in ginocchio», annuisce un altro istruttore, Davide Todesco.
La strada al centro della sentenza è stata affidata dal Demanio in concessione alla Motomar, la società che fa capo all'imprenditore Gianni Onorato e che gestisce il porticciolo e la passeggiata pedonale: «Parliamo del corsello d'accesso al porto», commenta un insolitamente poco loquace Onorato, «e viene utilizzata da chiunque, inclusi i mezzi di soccorso». Sui dettagli, nessun commento: «Sono faccende vecchie e ci sono state varie cause, non ricordo bene come stessero le cose».
Chi ha memoria storica è Pietro Biggio, avvocato: per anni ha difeso la Lega Navale proprio contro il colonnello Silvetti per il possesso della sede dell'ente di diritto pubblico. «Poi divenni presidente della Lega e rinunciai agli altri incarichi». I ricordi del legale sono nitidi: «La causa tra la Lega e Silvetti si concluse tra il 1993 e il 1994: il colonnello perse e per mandarlo via dovemmo chiedere l'intervento dell'ufficiale giudiziario. Ricordo che Silvetti aveva spostato il materiale che conservava nell'area della Lega in un appezzamento a ridosso del colle, dove ora passa la strada». È il terreno di cui il militare ha dimostrato il possesso incontestato fin dal 1961, e quindi la proprietà per usucapione. «Solo, mi domando - aggiunge Biggio - come mai l'Avvocatura dello Stato, nello stabilire la linea difensiva del Demanio in questa causa, non abbia pensato di chiedere la testimonianza della Lega Navale, storico confinante del colonnello Silvetti».
All'ipotesi della demolizione parziale della strada Pietro Biggio e Gianni Onorato non credono: è plausibile, a loro giudizio, che il colonnello punti a ottenere un indennizzo per non aver potuto utilizzare un bene di sua proprietà. «Quell'area - sottolinea l'avvocato Salone - era classificata come zona G, quindi edificabile e destinata a servizi».
Marco Noce