Rassegna Stampa

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Ecco il Piano del centro storico: centro della Cultura salute al San Giovanni di Dio

Fonte: web cagliaripad.it
3 agosto 2015

 

Piano particolareggiato del Centro storico. Il Comune disegna il futuro degli edifici dismessi in centro. Il vecchio ospedale sarà un centro per la prevenzione, la salute e il benessere. Rivoluzione in via San Giorgio: addio al parcheggio. Ecco la nuova terrazza gradonata
Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it


La via San Giorgio del futuro

La Strategia fondamentale si può così riassumere: “Fare del Centro Storico un polo urbano dell’innovazione mediante il riuso delle grandi “Fabbriche” dismesse/ in dismissione o che comunque necessitano di una significativa riqualificazione. Da qui in poi ecco che il Comune dice la sua sul futuro del centro storico. Uno spazio polivalente universitario a Buoncammino e polo della cultura della Salute al San Giovanni di Dio. E poi un museo della Scienza al palazzo delle Scienze. Sono state chiamate le Grandi “Fabbriche” i “luoghi potenziali dell’innovazione urbana, condensatori di creatività artistica e tecnico-scientifica, luoghi di fertilizzazione reciproca tra città e Università.

È tutto nel Piano particolareggiato del centro storico che presto sarà portato all’attenzione della Giunta e del Consiglio comunale. Così quella del riuso dei vecchi spazi inutilizzati diventa per Cagliari una straordinaria opportunità strategica, perché mette in gioco oggi quantità e qualità di grande portata, tra cui spiccano per dimensione e livello: l’ex carcere del Buoncammino, gli Ospedali di Stampace (il San Giovanni di Dio e anche il vicino Ospedale militare di San Michele), il complesso delle ex cliniche universitarie sopra Stampace (ex Pediatrico- Macciotta-Aresu), il Palazzo delle Scienze e l’ex Manifattura Tabacchi.

Le “Grandi Fabbriche” (o “sistemi di Fabbriche”) hanno ciascuna potenzialità straordinarie per qualità e quantità: ciascuna di esse ha una grande disponibilità attuale di superfici d’uso che si può stimare intorno ai 20 mila mq: il Sistema Grandi Fabbriche mette in gioco in totale superfici che si avvicinano ai 100 mila mq.

Un grande presidio sanitario sardo per la prevenzione, la salute e il benessere. E davanti una grande terrazza che metta in relazione Stampace con le vecchie cliniche. È quanto prevede il piano particolareggiato del centro storico per il San Giovanni di Dio, dopo la dismissione il trasferimento dei reparti al Policlinico di Monserrato.  Restano infine le “Fabbriche Ospedaliere” di Stampace (San Giovanni di Dio e Ospedale militare di via Azuni) e le Cliniche Pediatrica - Macciotta – Aresu che insieme formeranno il Distretto della conoscenza.

Il San Giovanni è un “monumento urbano” di primaria importanza, icona del neoclassico ottocentesco e perciò stesso destinato ad essere recuperato e riusato in chiave molto conservativa. L’idea è quella della Grande Fabbrica a presidio della salute e della socialità. Cioè un innovativo presidio sanitario per la salute e il benessere dei cittadini, orientato prevalentemente al day hospital ma soprattutto alla prevenzione e all’educazione dei cittadini ad uno stile di vita sano e salutare.

La relazione riporta una riflessione: nello scenario globale l’incremento delle stime sulle aspettative di vita, il progressivo invecchiamento della popolazione, la crescita dell’obesità, la diffusione di stili di vita insalubri e la crescente diffusione delle malattie croniche, indicano chiaramente come il sistema sanitario globale diverrà presto economicamente insostenibile se non si introdurranno modifiche radicali ai tradizionali modelli di cura e prevenzione. Studi autorevoli sostengono che per affrontare le cause alla base della cattiva salute, che sono sociali, economiche e ambientali, sia necessario spostare l’equilibrio dell’investimento e dell’azione sanitaria verso la prevenzione delle malattie invece che verso la cura.

Di fronte a questi scenari, il San Giovanni di Dio potrebbe essere una straordinaria opportunità per la creazione di un grande presidio sanitario sardo per la prevenzione, la salute e il benessere, che sia anche un luogo aperto a tutti i cittadini. La relazione sottolinea che le tendenze in questo campo portano

a evidenziare come queste strutture non debbano essere percepite dai cittadini come “luoghi dove si entra quando si sta male”, ma come luoghi piacevoli, aperti, luoghi dove l’integrazione delle tradizionali tecniche ospedaliere per la diagnosi e la prevenzione siano affiancate da spazi dedicati alla “cultura della salute e del benessere”.

Il San Giovanni potrebbe aprirsi alla città accogliendo attività culturali e di formazione orientate all’educazione ad uno stile di vita sano, al rispetto per l’ambiente e alla cura del benessere fisico e psicologico: gli spazi del piano terra giocherebbero un ruolo chiave in tal senso, accogliendo ambienti

per mostre dedicate, sale per la formazione, laboratori per l’educazione ad una alimentazione sana, e piccoli spazi di ristorazione e vendita che contribuiscano ad attivare una forte relazione tra il nuovo San Giovanni e la città. I piani superiori potrebbero contenere invece le altre funzioni più tradizionalmente legate alle discipline della prevenzione ospedaliera.

Le ex cliniche Macciotta e Aresu. L ex Cliniche, specialmente la Clinica Aresu nel Fosso di San Guglielmo, comprendono edifici di minor pregio, quindi più disponibili alla trasformazioni, e talvolta anche aggiunte improprie, per le quali è opportuna una riqualificazione paesaggistica in relazione con Castello e le mura

Le vecchie cliniche, eventualmente in coordinamento e ad integrazione con l’ex Ospedale di San Michele, mediante un’azione di razionalizzazione e messa a sistema degli spazi dedicati alla didattica, alla ricerca ed ai servizi universitari, possono svolgere un più efficace servizio ai poli universitari di Viale S.Ignazio (Economia, Giurisprudenza, Scienze Politiche), al Polo Umanistico e all’attuale complesso di Architettura.

Macciotta e Aresu, insieme agli Ospedali di Stampace, costituiscono un potenziale distretto urbano integrato, che può dare e ricevere un contributo decisivo alla e dalla riqualificazione dagli assi delle vie Santa  Margherita e San Giorgio. In particolare quest’ultima, che oggi costituisce un parcheggio di superficie che dequalifica completamente le potenzialità di quel settore, può diventare il fulcro di una riorganizzazione delle relazioni tra le Grandi Fabbriche del Distretto della conoscenza, e tra queste e la città, mediante la sua riconversione in una nuova piazza terrazzata, che ricostituisca il terrazzo panoramico davanti al grande portico dell’Ospedale San Giovanni.

Il “nuovo terrazzo”. Verrà eliminato il parcheggio a raso della via San Giorgio, considerato incompatibile con la qualità urbana del luogo (da cui si fruisce di una veduta d’insieme di eccezionale valore della “macchina da guerra” messa a punto dagli ingegneri/architetti militari di Carlo V e Filippo II. A questo scopo, e per rendere possibile la formazione di un vasto spazio pedonale terrazzato, si ipotizza di ridurre la sezione stradale ad una doppia corsia di sezione, uguale al tratto di via Ospedale con cui si congiunge (in collegamento verso il Castello). La realizzazione di uno spazio pubblico gradonato, che possa ospitare sul lato sud che sovrasta Stampace strutture a basso impatto a servizio (pubblico) del nuovo spazio pedonale, per costituire un nuovo polo di vivibilità e di “ricucitura” tra i grandi contenitori pubblici (San Giovanni e vecchie cliniche) e i tessuti residenziali minori del quartiere storico.

Verrà valutata l’opportunità (nel quadro delle politiche del trasporto pubblico e privato e della sosta) di realizzare un parcheggio interrato utilizzando la colmata con la quale negli anni ’60 del ‘900 sono stati ricoperti strati situati sino a 10 metri sotto l’attuale livello stradale. Infine sì alla riqualificazione del sistema della Fossa di San Guglielmo – comprendente anche il complesso delle ex Cliniche Pediatriche ad essa fisicamente e funzionalmente collegabile.