Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cantiere a intermittenza: «Lavori fermi da un mese»

Fonte: L'Unione Sarda
31 luglio 2015

VIA GARIBALDI. Protestano i commercianti: tempi troppo lunghi 


Una commerciante apre il cassetto accanto alla cassa: «Colliri e antibiotici, ne ho una scorta, con tutta questa polvere l'allergia non mi dà tregua. Qua gli operai non si vedono più». Via Garibaldi, cantiere a intermittenza: all'altezza del civico 80 inizia lo slalom fra montagne di sampietrini, transenne e migliaia di lastre che attendono di essere posizionate. Quando soffia il maestrale si sollevano i nuvoloni di polvere. In più punti le reti ingabbiano i lavori, all'interno ci sono le tubature da sistemare per i sottoservizi: «Ma non vedo operai da diverse settimane», dice Salvatore Mura, ingegnere, che tutti i giorni percorre le passerelle provvisorie per arrivare nel suo studio: «Mi chiedo quali possano essere le ragioni di questa pausa. Stiamo parlando di un cantiere fantasma, in pieno centro». All'incrocio con la via Sulis, invece, i lavori procedono, i motori dei mezzi meccanici sono accesi anche il pomeriggio. Gianni Simonetti, titolare di un negozio di calzature a metà della via, quasi perde la voce: «In questo punto sono fermi da fine giugno. Era previsto uno stop di una settimana in concomitanza con l'avvio dei saldi ma i lavori non sono mai ripresi. In questi giorni hanno chiuso tre nuovi negozi, la gente non arriva e, se lo fa, scappa per il polverone che si solleva dal cantiere».
Sergio Bertola esce dal negozio di ottica, indica i sampietrini, chiunque può prenderli. «Piastrellisti? Qua non se ne vedono. Sono i tempi del bando di gara, il problema. Gli operai ci rispondono che con i lavori sono pure in anticipo. E non hanno torto: ci credo, hanno concesso un anno e due mesi».
Franco Fozzi, presidente del consorzio Insieme e dirigente di Confesercenti Cagliari, fa una premessa: «È doverosa, l'amministrazione ha avuto molto coraggio, dobbiamo riconoscerlo, nessuno si era mai avventurato in questo progetto. L'asfalto non reggeva più, si aprivano voragini rovinando pure le vetrine». Fozzi rimarca il fattore tempo: «Per un lavoro che avrebbe richiesto 6 mesi, 395 giorni sono eccessivi. Non stiamo parlando di una strada qualsiasi».
Mariangela Lampis